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Martedì, 23 Aprile 2024
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Scommesse illecite in cartoleria, indagato anche rappresentate legale a Malta

Un nuovo tassello si aggiunge all’indagine degli investigatori di polizia a carico di un'attività i cui responsabili erano già stati denunciati nell’aprile dello scorso anno. Il sequestro probatorio dell’attrezzatura fu convalidato dal Tribunale del Riesame ed è stato confermato in Cassazione

OTRANTO – Un nuovo tassello si aggiunge all’indagine portata avanti dagli investigatori di polizia del commissariato di Otranto, diretti dal vicequestore aggiunto Rocco Carrozzo, a carico di una cartoleria locale, i cui tre responsabili erano già stati denunciati nell’aprile dello scorso anno per aver allestito un centro abusivo per la raccolta online di scommesse.

Ovvero, rispondevano di esercizio abusivo di attività di gioco e di scommessa, frode informatica aggravata messa in atto con l’alterazione delle apparecchiature utilizzate per eludere l’inibizione dei siti proibiti da Aams, e illecita intermediazione finanziaria.

Nei mesi seguenti, grazie alle indagini coordinate dal sostituto procuratore Giovanni Gagliotta, è stato infatti individuato e indagato anche il rappresentante legale della società di scommesse, che ha sede  a Malta, K.M. di 38 anni.

Tutto è nato quando, 17 aprile del 2014, gli agenti della squadra di polizia amministrativa e della sezione di polizia giudiziaria del commissariato idruntino hanno effettuato un controllo ad un’attività di commercio al dettaglio di prodotti di cancelleria e cartoleria, dove all’interno c’era anche altro: sette computer utilizzati per ricevere e effettuare scommesse online su eventi sportivi. Tutto in modo abusivo, sostenne la polizia.

Durante la perquisizione, oltre agli hard disc dei computer, erano stati sequestrati ricevute di giocata/pagamento, 584 euro e 95 centesimi (ricavo dell’attività) e altro materiale utilizzato per effettuare le scommesse online, quali identificativi e password dei conti gioco, appunti relativi alle scommesse, ed altro ancora.

Da un primo esame dei computer è emerso che tre presentavano collegamenti ai siti internazionali inibiti dall’Aams alla raccolta di scommesse su eventi sportivi, effettuate quindi tramite collegamento telematico ai siti internet di una società con sede a Malta che consente agli utenti operazioni, eludendo quindi le norme e le imposizioni fiscali previste dalle leggi italiane.

Il sequestro probatorio dell’attrezzatura effettuato all’epoca, oltre ad essere stato convalidato dal Tribunale del Riesame di Lecce il 26 maggio del 2014, è stato anche confermato il 19 dicembre scorso dalla Cassazione, che ha condannato la parte al pagamento di mille euro per le spese processuali, superando così i ricorsi e passando in giudicato.

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