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Nel 2017 il primo grado

Strutture a servizio del lido: legittimo il mantenimento per tutto l'anno

Il Consiglio di Stato conferma l'orientamento del Tar e rigetta il ricorso che affermava l'obbligo di smontaggio per il titolare del Lido Spiaggia Azzurra, in zona Laghi Alimini

LECCE – Le strutture a servizio dello stabilimento balneare Lido Spiaggia Azzurra di Otranto possono essere mantenute per tutto l’anno. Lo ha stabilito la Sezione Settima del Consiglio di Stato che ha rigettato il ricorso presentato nel 2018 dal ministero della Cultura.

La vicenda, analoga a molte altre tanto da costituire oggetto ricorrente di pronunciamento della giustizia amministrativa negli ultimi anni, ha origine nel diniego all’autorizzazione paesaggistica che la soprintendenza locale aveva opposto alla richiesta per il mantenimento per l’intero anno solare. Nel 2017 la Sezione Prima del Tar di Lecce aveva accolto il ricorso del titolare dello stabilimento e nel luglio del 2018 era stata respinta dai giudici di secondo grado l’istanza cautelare di sospensione degli effetti della prima sentenza.

Quella pubblicata oggi dal Consiglio di Stato – che fa seguito all’udienza del 13 gennaio (classificato come straordinaria per lo smaltimento dell’arretrato) - mette dunque un punto alla questione dopo l’udienza. I giudici, accogliendo la linea sostenuta dall’avvocato Antonio Quinto per conto del titolare della concessione, hanno specificato che le strutture non incidono su nessuno degli ambiti di pregio naturalistico della zona dei Laghi Alimini.

Viene esplicitamente richiamata una recente sentenza della stessa sezione (dicembre 2022) con la quale si precisa che l’obbligo di rimozione nella stagione invernale deve essere puntualmente motivato. Non solo: i giudici hanno riconosciuto anche l’interesse del privato al mantenimento perché lo smontaggio comporterebbe la necessità di trovare un deposito per la conservazione del materiale e un impegno economico non da poco, all’inizio della stagione balneare, per ricollocare le strutture.

“La decisione offre spunti di particolare interesse – ha dichiarato Quinto – perché mette l’accento, per un verso sulla mancanza di profili di concreto danno ambientale legati alla permanenza, per altro verso sulla esigenza, considerata altrettanto meritevole di tutela, di evitare una complessa attività che implica l’impiego di uomini e mezzi e che è inutilmente dispendiosa sotto il profilo patrimoniale”.

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