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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Veronica Line e Otranto, fine di un amore. Ecco perché

La nave cipriota di linea che ha collegato, dopo anni di assenza, la tratta Otranto-Valona, si è trasferita a Brindisi. La "Medglory Shipping" spiega: "Carenze strutturali del porto e poco personale"

È durato il tempo di un'estate l'amore tra Otranto e la "Veronica Line", la nave cipriota di linea che ha collegato, dopo anni di assenza, la tratta Otranto-Valona. Da più parti accolta come la soluzione ad un disagio logistico, quello, cioè di raggiungere l'Albania con maggiore facilità, la nave, super lussuosa e super accessoriata, alla fine si trasferisce dal porto di Otranto a quello di Brindisi. Eppure le parole spese nel giorno dell'inaugurazione, il 6 maggio scorso, dalle maggiori cariche istituzionali avevano fatto immaginare una svolta importante per la "città dei Martiri", nell'ambito delle relazioni internazionali o più semplicemente nella qualità dei servizi. Le vicende estive sono note: già in data 5 giugno era circolata la voce che la "Veronica" dovesse in qualche modo "sloggiare" da Otranto per la sproporzione inaspettata del traffico rispetto alle carenze strutturali del porto cittadino.

Ma dopo tentennamenti e rinvii, la decisione è arrivata in data 28 settembre, grazie anche alle pressioni fatte dall'amministrazione brindisina, certamente più attrezzata per il servizio. E se la "Veronica line" non farà più sosta nel porto di Otranto, tuttavia saranno in qualche modo rafforzati i trasporti, per permettere un miglior collegamento con la stessa Brindisi. Sui motivi di questo epilogo, la cronaca porta a non prescindere dai problemi "cronici" di un porto, che da anni prova ad espandersi e riceve anche finanziamenti generosi, in funzione anche di un miglioramento. Ma le politiche portuali non si esauriscono con la presenza di una nave o di una stazione marittima. Questa la denuncia che sembra emergere incontrovertibile dal comunicato della "Medglory Shipping L.t.d", società che gestisce le operazioni di imbarco della nave, inviato agli Enti portuali e locali vari, nel quale vengono spiegate con lucidità le motivazioni, che hanno condotto a questa scelta.

Nel comunicato si legge di come nella stagione estiva "malgrado le note carenze strutturali e l'insufficienza del personale adibito ai vari servizi portuali, ogni ostacolo è stato agevolmente superato", anche grazie e per effetto della piena disponibilità e della fattiva collaborazione sinergica dell'Autorità Portuale, della Polizia di Frontiera, della Guardia di Finanza e della Dogana. Ma l'esiguo personale a disposizione e l'indisponibilità di strutture esistenti, destinate al check-in e ricovero passeggeri, si legge testualmente nel comunicato "non ci consente in ciascun modo di immaginare la fattibilità di un programma di lavoro possibile in vista e in prossimità della stagione invernale". Tra l'altro, viene evidenziato come, nel corso di incontri tra le Autorità Comunali e Portuali, per risolvere la questione delle strutture per il check-in, sia emersa l'esistenza di un contenzioso tra le varie associazioni portuali in merito all'uso dei locali predisposti a tale operazione. Tutta questa serie di evidenti disagi hanno spinto la Medglory a ritenere opportuno trasferire la partenza per Valona da Otranto e da Brindisi; e, fuori da conclusioni semplicistiche, a porre ancora una volta l'attenzione sul fulcro della questione: la mancanza di un porto davvero attrezzato per traffici internazionali; un problema non di oggi e forse neanche di ieri, ma che costringe ad una riflessione seria, fuori dalla retorica, sull'effettiva capacità del porto di Otranto, allo stato attuale, di essere concretamente "porta dei Balcani".

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