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Sabato, 27 Aprile 2024
Presentato all'Open Space

“Back in town”: un progetto europeo per frenare l’emigrazione giovanile

Secondo i dati Istat del 2022 in Puglia il 29 percento dei giovani non lavora, non studia, non cerca occupazione. Molti altri partono ancora per contesti con maggiori opportunità

LECCE – La Cgil è capofila del progetto europeo “Back in town” che è stato presentato oggi nell’Open Space del Comune di Lecce. Le finalità sono almeno tre: accrescere le opportunità dei giovani per un lavoro di qualità, investire sul contrasto alla povertà educativa e promuovere la cittadinanza in particolare nelle città medio-piccole dei territori più fragili, quelli che vivono l’inverno demografico dovuto all’emigrazione degli under 35 verso grandi centri abitati.

Valentina Fragassi, segretaria generale della Cgil Lecce, ha dichiarato: “Le città coinvolte nel progetto saranno veri e propri laboratori sociali per elaborare strategie utili a limitare l’emigrazione giovanile e l’inverno demografico che viviamo nei nostri territori. Cercheremo di farlo ridando protagonismo ai giovani, affinché si riapproprino degli spazi pubblici per trasformarli in incubatori di idee ed inclusione sociale, attraverso la contrattazione sociale e sindacale”.

La segretaria confederale nazionale, Lara Ghiglione, ha posto l’attenzione sul tema della migrazione di giovani italiani all’estero e di giovani meridionali verso le grandi città del Nord: “Bisogna porsi il tema di come contrastiamo le disuguaglianze, la marginalizzazione di alcune fasce di popolazione, la transizione ambientale. Stiamo perdendo la possibilità di cambiare in meglio. In dieci anni abbiamo perso 400mila giovani partiti verso l’estero, ma non riusciamo ad avere uno scambio perché non siamo attrattivi per le giovani intelligenze straniere”.

Gigia Bucci, segretaria generale per la Puglia, ha parlato di una “tendenza alla marginalizzazione che va invertita, provando ad integrare ii giovani nel tessuto sociale, facendoli diventare protagonisti delle scelte del loro essere cittadini. Soprattutto tenendo conto che 20mila giovani ogni anno lasciano la Puglia, che 1 su 4 non studia e non lavora. Servono politiche nazionali che rafforzino enti e istituzioni territoriali, lasciati sempre più soli e con meno risorse, visto che il governo sceglie di percorrere la strada opposta, allontanando giovani e competenze dai territori, soprattutto al Sud, tagliando i fondi del Pnrr già stanziati sui progetti, riducendo sempre più le misure di welfare e il Reddito di Cittadinanza. Questo progetto è importante perché rimette al centro la contrattazione sociale e territoriale per ripopolare le nostre città”.

Alla presentazione del progetto ha partecipato il sindaco, Carlo Salvemini: “Lavoro e casa sono i criteri che meglio definiscono il profilo della cittadinanza. Il Comune di Lecce in questi anni ha investito molto nel diritto all'abitare, incrementando, insieme a Università e Adisu, le residenze universitarie, ampliando la platea di persone che possono accedere agli alloggi di edilizia popolare con la realizzazione di nuovi alloggi, investendo nei progetti di housing sociale per coprire quella fascia grigia rappresentata da chi ha un reddito superiore al limite per accedere all'Erp ma non sufficiente per accendere un mutuo. Cerco come tutti i sindaci di rendere la mia città un posto bello in cui vivere, un luogo in cui ridurre il divario tra la cosiddetta città dei ricchi e la città dei poveri”.

I focus tematici e i partner di progetto

La presentazione del progetto è stata aperta dall’introduzione della coordinatrice, Stefania Radici, e si è articolata in due tavole rotonde con i vari partner europei provenienti da Grecia, Polonia, Slovenia e Spagna.

Nel primo panel si è discusso di “Coesione ed inclusione: il peso dei divari sui giovani”, durante il quale Anna Teselli (Cgil nazionale) ha fornito dati allarmanti sulla composizione dei Neet (gli under 34 che non studiano, non lavorano e non ricercano lavoro). I dati Istat relativi al 2022 fotografano un’incidenza dei Neet sulla popolazione giovanile molto forte nelle regioni meridionali: 36,4% in Sicilia, 32% in Calabria, 29,1% in Puglia, 33,4% in Campania. La maggior parte dei Neet rientra tra gli inattivi ed ha un livello di istruzione medio-basso collegato spesso alla scarsa offerta di asili nido. Sulla composizione dei Neet incide molto il divario di genere: le donne Neet sono il 37,8% in Campania, il 34,7% in Puglia, il 35,9% in Calabria, addirittura il 41,4% in Sicilia. Sono intervenuti Francesco Prota (Università di Bari), Agnieszka Piekutowskai (Università di Bialystock), Luisa Diana (NIDIL-CGIL), Christina Theochari (EKA), Sonia Latif (CCOO Catalunya), Andrea Filippetti (CNR).

Nel secondo panel, si è cercato di mettere a fuoco i criteri e la metodologia che guideranno il progetto alla ricerca di alcune buone pratiche in giro per l’Europa. Moderata dal direttore di Collettiva.it Stefano Milani, la tavola rotonda aveva come titolo “Le città, hub di politiche innovative per l’inclusione lavorativa e sociale dei giovani”. Con gli interventi di Gabriele Pasqui (Politecnico di Milano), Naja Marot (Università di Lubiana), Raquel Gallego (Università autonoma di Barcellona), Natassa Betziou (GSEE), Mojca Žerak (sindacato giovanile Mladi Plus), Anna Fastyn (OPZZ) e Stefano Minerva, presidente della Provincia di Lecce.

Il progetto è condotto da un consorzio composto da 28 partner, di cui la Cgil Lecce è capofila. Figurano anche: la Cgil Nazionale, il Nidil Cgil (la categoria che rappresenta i lavoratori atipici), le Camere del Lavoro territoriali di Bari, Bergamo, Latina-Frosinone, Messina, Taranto, Verona; il Politecnico di Milano, le Università di Bari, Bialystock, Lubiana, l’Università autonoma di Barcellona, gli istituti di ricerca  GSEE (Grecia) e Cnr (Italia), i sindacati OPZZ (Polonia), CCOO Catalogna (Spagna), EKA (l’Organizzazione dei sindacati di Atene, Grecia) e MLADI Plus (Slovenia), la Fondazione Di Vittorio, lo SMILE Puglia, la Confederazione europea dei sindacati (CES), la Federazione sindacale europea dei servizi pubblici (EPSU), i Comuni di Lecce, Bari, Taranto, Messina e Verona.

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