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Sabato, 27 Aprile 2024
La storia

Barche alle spalle dei bagnanti e a pochi metri dalla battigia: un manifesto d’inciviltà

L’episodio segnalato a Torre Rinalda da un lettore porta all’attenzione il solito lassismo nel rispettare norme che sono anche buone regole del vivere civile

TORRE RINALDA (Lecce) - Le regole ci sono ma è evidente che esista sempre qualcuno a cui non piaccia rispettarle: allora qualcuno di rimando obietterà che debbano esserci più controlli da parte delle autorità preposte. Giusto, anche questo, per carità, anche se in un mondo perfetto, in cui ciascun individuo cerca di vivere rispettando gli altri, non ci sarebbe bisogno della costante presenza di un controllore che dica: “Questo non si può fare”.

La lunga ma doverosa premessa serve ad inquadrare la segnalazione e la storia che arriva da Torre Rinalda, sul litorale leccese: una scena con bagnanti che provano a rilassarsi mentre alle loro spalle appaiono barche ancorate ad appena una trentina di metri dalla battigia in barba alle disposizioni e alle normative. Sì, già, perché le leggi esistono con tanto di specifiche ordinanze che vietano alle imbarcazioni di attraccare così vicino alle spiagge.

Le barche, infatti, dovrebbero sostare a duecento metri dalla battigia e, per di più, segnalare la propria presenza con le boe. Chi segnala l’accaduto, un lettore, sostiene di aver avvisato la guardia costiera senza particolare fortuna: sentendo l’ufficio circondariale marittimo, si è potuto constatare che in concomitanza con questa segnalazione ce ne fossero altre sette, con una in cui si segnalava persino la presenza di acquascooter tra i bagnanti e con forze e mezzi ridotti, per pattugliare diversi chilometri di litorale, non si possa essere sempre e ovunque con efficacia.

Il mezzo alle spalle dei bagnanti

Ma, nel caso di specie, vale una considerazione: non è che se, per un qualsiasi motivo, manchi chi controlli, il senso di civiltà possa venire meno. Le norme esistono anche senza il bisogno che ci sia ogni volta qualcuno che ce le ricordi e ce le faccia notare. Di esempi se ne possono fare a profusione. Uno a caso: c’è bisogno di un’ordinanza o di un agente delle forze dell’ordine per sapere che gettare l’immondizia nelle campagne delle nostre comunità sia sbagliato? Eppure, le cronache ci raccontano episodi continui di sporcaccioni in azione.

Basterebbe forse scoprirsi più civili e rispettosi delle regole (talvolta anche solo di buon senso), degli altri e dell’ambiente che circonda: ne guadagnerebbe il turismo e, in generale, la società tutta.

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