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Sabato, 27 Aprile 2024
Migliorano le performance

Chirurgia oncologica e Breast Unit: risultati incoraggianti per il “Vito Fazzi”

L’Agenzia Nazionale della Salute pubblica ogni anno un report per valutare i processi dell’assistenza sanitaria e gli esiti. Bene anche l’area del Dipartimento cardiovascolare

LECCE – L’area di Chirurgia oncologica colloca il “Vito Fazzi” di Lecce, secondo il report dell’Agenzia Nazionale della Salute (programma “Esiti 2023”), tra le 28 strutture sanitarie del Paese “con livello di alta qualità”.

Sono tre gli indicatori presi in esame: la proporzione di nuovi interventi di resezione entro 120 giorni da un intervento chirurgico conservativo per tumore maligno della mammella; l’intervento chirurgico per tumore al polmone: mortalità a 30 giorni; l’intervento chirurgico per tumore al colon: mortalità a 30 giorni. Rientrano in questa analisi le strutture con almeno 135 interventi annui per il tumore maligno della mammella, almeno 85 interventi per il tumore del polmone e almeno 45 interventi per il tumore del colon.

Un altro dato positivo riguarda i risultati del Dipartimento Chirurgico con riferimento ai giorni di degenza dopo la colecistectomia laparoscopica. L’indicatore valuta la percentuale di ricoveri con più di 3 giorni di degenza dopo l’intervento. Il valore medio è considerato quello tra i 3 e i 5 giorni: l’ospedale di Lecce ha registrato una percentuale dell’88.09 percento (tasso aggiustato), ancor meglio ha fatto il presidio ospedaliero Galatina che con la Week Surgery riesce a registrare una percentuale del 95.12%. Asl Lecce nel complesso registra un tasso del 85.88 percento ed è la seconda azienda sanitaria Puglia. I valori sono ottimi anche se comparati con la media nazionale che è dell’82,2 percento.

Anche nel trattamento dei tumori dal “Vito Fazzi” emergono risultati incoraggianti: la mortalità a 30 giorni per intervento chirurgico per tumore al colon registra una percentuale pari al 1,05 percento (tasso grezzo), a fronte di una media nazionale pari al 4,14 percento (tasso grezzo). Migliora complessivamente anche il dato complessivo: per fare un esempio, il numero dei tumori al pancreas trattati chirurgicamente nel 2022 è stato di 29 contro i 12 dell’anno precedente e l’esito è stato in alcuni casi eccellente.

Sulla buona strada è considerata anche l’esperienza della Breast Unit, avviata lo scorso anno per accompagnare le donne con diagnosi di tumore mammario nelle varie fasi, con il coinvolgimento di tutte le unità operative che partecipano alla gestione delle pazienti: se nel 2021 gli interventi per intervento chirurgico erano stati 130, nel 2022 sono stati 163 a fronte di una soglia minima richiesta di 135.  

L’indicatore “proporzione di nuovi interventi di resezione entro 120 giorni da un intervento chirurgico conservativo per tumore maligno della mammella” risulta pari al 4.51 percento contro una media nazionale del 5.6 percento e con un dato nettamente migliorato rispetto all’anno precedente durante il quale si attestava al 11.34 percento.

Il direttore generale di Asl, Stefano Rossi, ha commentato con soddisfazione: “Un risultato multidisciplinare che racconta efficacia, appropriatezza e alto livello di preparazione dei nostri clinici. È un dato di cui siamo orgogliosi e non è l’unico a testimoniare eccellenti risultati raggiunti ogni giorno nei nostri nosocomi, con particolare riferimento agli indicatori che valutano gli esiti e i processi. La Direzione strategica è costantemente impegnata nel migliorare gli indici qualitativi degli interventi, rimodulando l’organizzazione e i percorsi assistenziali. Emblematico il lavoro della Breast Unit attraverso la quale si è raggiunto l’obiettivo previsto dal Programma Esiti. Così come, sempre sul versante organizzativo, si sta lavorando per una qualificazione dell’offerta tra i diversi presidi ospedalieri collegati in rete, affinché possano trattare al meglio casistiche appropriate per complessità coerenti con la mission del singolo presidio, come nel caso della Week Surgery di Galatina o dell’Emodinamica del Fazzi”.

L’area del Dipartimento cardiovascolare registra, infatti, risultati molto buoni in riferimento a Lecce, Copertino e Scorrano. In particolare, nel Centro Cuore del “Vito Fazzi” la mortalità a 30 giorni per STEMI (che fa riferimento alla Rete tempo dipendente per l’infarto) è del 2,94 percento rispetto al 9,19 percento della media nazionale.

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