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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica indifferente

Garante dei detenuti: “La campagna elettorale ignora il carcere”

Intervento di Maria Mancarella che rilancia l'appello del responsabile nazionale, Mauro Palma: tra le necessità quella di strutture di controllo e accoglienza per condannati a uno o due anni di reclusione

LECCE – La garante delle persone private della libertà personale della città di Lecce, Maria Mancarella, è intervenuta per denunciare l’assenza della questione carceraria dall’agenda della campagna elettorale in corso, in scia all’invito che Mauro Palma, il garante nazionale, ha rivolto a tutti i partiti per un deciso cambio di rotta.

Esiste il tema dei suicidi in carcere, ben 59 dall’inizio dell’anno: un fenomeno, scrive Mancarella, che “racchiude storie di solitudine, di disagio psichico, di povertà, esclusione sociale e dipendenze; su queste storie, su queste vite tragicamente interrotte il silenzio della politica è pressoché assoluto”.

La garante denuncia il fatto che in alcune sezioni femminili le detenute trascorrono la maggior parte del tempo chiuse in cella e che il ritorno alla normalità precedente la pandemia significa riduzione del numero di telefonate e di videochiamate a disposizione. Tutto nella totale indifferenza dei candidati. Mancarella ribadisce quindi i punti essenziali dell’appello nazionale, i temi cui la politica può dare risposte efficaci guardando il problema a prescindere dalle differenze di approccio ideologico.

Al primo posto la necessità di strutture di controllo e accoglienza destinate ai condannati a una reclusione breve in conseguenza di reati lievi: al proposito si ricorda che a Lecce come nel resto di Italia quasi un terzo della popolazione carceraria rientra in questo target.

La seconda urgenza è quella di maggiori investimenti su istruzione e formazione negli istituti carcerari per rispondere al bisogno di dotare i detenuti di uno strumento che li aiuti a riprendere il percorso da cittadini liberi, ma anche a vivere meglio la condizione carceraria: “Lecce – ricorda la garante - è da circa due anni sede di un polo universitario, la cui istituzione abbiamo tutti salutato con gioia e speranza ma che ancora stenta a decollare, nonostante il grande impegno profuso da tutti gli operatori coinvolti”.

Avvertita è anche l’esigenza di avere più operatori sociali in carcere e di sviluppare meglio le loro competenze: “Più professionisti dell’area educativa, più psicologi, più mediatori culturali significa dotare il carcere di personale competente, chiamato una serie di compiti essenziali di sostegno, contenimento e rielaborazione delle difficoltà che oggi vengono a volte lasciati alla buona volontà e disponibilità della Polizia penitenziaria che, oltre al ruolo di sorveglianza, finisce per farsi carico di altri tipi di problemi per i quali non può essere preparata e su cui ricade una incongrua responsabilità”.

Aumentare l’organico significherebbe inoltre rendere possibile l’attuazione delle raccomandazioni contenute nella circolare del capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, Carlo Renoldi, per prevenire il fenomeno dei suicidi.

Importante, secondo la garante, anche una maggiore “assunzione di responsabilità da parte del Servizio sanitario nazionale per i problemi dei detenuti, maggiori investimenti in strumentazioni e personale per migliorare la capacità di presa in carico delle persone detenute dal punto di vista socio-sanitario”.

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