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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Incontro per discutere dei disagi in carcere, nessun parlamentare risponde all'invito

Indignato Ruggiero Damato, il segretario regionale dell’Osapp (Organizzazione Sindacale autonoma della polizia penitenziaria): "E' l'ennesima dimostrazione dell'assenza dello Stato rispetto a una situazione giunta oramai al collasso"

LECCE - E’ andato deserto l’invito dell’Osapp Puglia (Organizzazione Sindacale autonoma della polizia penitenziaria) ai parlamentari. Nessun rappresentante istituzionale era presente all’incontro per discutere della situazione carceraria fissato per questa mattina dinanzi al penitenziario di “Borgo San Nicola”. 

“E’ una vergogna. E’ l’ennesima dimostrazione dell’assenza dello Stato rispetto alle problematiche che riguardano il carcere. In occasione delle ultime elezioni politiche c’erano rappresentanti di Lega e Fratelli d’Italia. Come mai oggi non c’era nessuno?”, ha tuonato Ruggiero Damato, il segretario regionale dell’organizzazione sindacale.

L’appuntamento, al quale ha preso parte il presidente provinciale di Lecce Unppe (Unione nazionale polizia penitenziaria penzionati), l’ispettore superiore in quiescenza Giuseppe Arsieni, era finalizzato a chiedere ai parlamentari pugliesi o ai loro delegati di dichiarare lo stato di emergenza delle carceri in Puglia, attraverso interpellanze parlamentari.
“Abbiamo indetto questo incontro nella giornata di Ferragosto per lanciare un messaggio chiaro: il carcere non va in ferie! E’ sempre aperto, ma nessuno evidentemente si cura dei disagi con cui ogni giorno agenti della penitenziaria e detenuti sono costretti a fare i conti” ha spiegato Damato, specificando anche che l’invito aveva fatto seguito alla richiesta inoltrata l’11 agosto, in una nota ufficiale, dal segretario generale Leo Beneduci, di commissariamento di tutte le carceri italiane e l’avvicendamento dei vertici del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap) ritenuti inadeguati a gestire l’attuale situazione. 
Anche il sindacato Sappe è tornato a chiedere l’avvicendamento del Capo del Dap Giovanni Russo, spiegando come “da troppo tempo le carceri italiane sono sfuggite al controllo dello Stato. La combinazione tra il sovraffollamento, il regime delle celle aperte e un numero troppo elevato di detenuti con malattie mentali ha creato una situazione insostenibile. Situazione maggiormente aggravata dalla presenza di troppi detenuti stranieri e troppi tossicodipendenti. Ogni giorno, arrivano dalle sezioni detentive veri e propri bollettini di guerra che parlano di poliziotti penitenziari feriti dopo aggressioni di detenuti violenti.
Il segretario generale del Sappe Donato Capece ha dichiarato: "È intollerabile che in un Paese come l’Italia, chi opera con dedizione all'interno delle carceri sia lasciato senza tutele, abbandonato a sé stesso ed esposto quotidianamente a rischi mortali. Nella bolgia delle sezioni detentive sono messi a repentaglio l’ordine e la sicurezza e soprattutto l’incolumità dei poliziotti penitenziari da detenuti con in mano lamette intrise di sangue, padelle con olio bollente pronte ad essere buttate in faccia o piedi di tavolino pronti ad essere scagliati contro. Non possiamo più tollerare l'indifferenza mostrata dal Ministero della Giustizia nei confronti di chi garantisce la sicurezza interna delle carceri.”
"Sono trascorsi ben otto mesi dall'insediamento di Giovanni Russo come Capo del Dap, e purtroppo non abbiamo visto un solo suo intervento a tutela del personale”, ha proseguito. “E anzi, ci dicono che siano fermi sulla sua scrivania importanti provvedimenti come quello sui Gruppi di intervento rapido del Corpo per risse, aggressioni, rivolte e qualsiasi altro evento critico si verifiche nelle carceri, i protocolli operativi e la dotazione di strumenti di difesa personale come il taser”. “Per non parlare del fatto – ha  continuato - che nonostante ne sia stato più volte annunciato l’arrivo, i poliziotti penitenziari stanno ancora aspettando i guanti anti-taglio, i caschi, gli scudi, i kit antisommossa e gli sfollagente promessi. E, anzi, nelle sezioni detentive delle carceri spesso non ci sono neppure le maschere antigas per proteggersi dai fumi dei continui incendi appiccati dai detenuti.”
Di fronte a questa gravissima crisi penitenziaria, il Sappe ha riproposto il magistrato Nicola Gratteri come possibile alternativa all’attuale vertice.
Secondo il leader nazionale del Sappe, “l’unica alternativa all’avvicendamento di Russo rimane soltanto il trasferimento del Corpo di Polizia Penitenziaria alle dipendenze del Ministero dell’Interno, come la Polizia di Stato, per garantirgli protezione e maggiore supporto umano ed operativo.”
Capece ha infine esortato la presidente Giorgia Meloni e il Governo “ad agire con urgenza, perché la sicurezza, la dignità e il rispetto dei nostri poliziotti penitenziari non possono più attendere."

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