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Religione e folclore

Dal rito delle ceneri al profano delle “caremme”: la quaresima nel Salento

Con il gesto liturgico nelle comunità cattoliche della provincia si celebra l’inizio del tempo di preparazione alla pasqua. Ma tornano nei centri salentini i tipici fantocci esposti sulle finestre e sui tetti delle case

LECCE – I riti religiosi e liturgici da un lato, le tradizioni e il folclore popolare dall’altro: inizia oggi, mercoledì delle ceneri, il tempo della quaresima (o quadragesima), ovvero i giorni che preparano alla Settimana santa e ai giorni di Pasqua.

Nelle comunità ecclesiastiche del territorio si apre il periodo più importante dell’intero anno liturgico con l’invito alla riflessione, al silenzio e alla penitenza. Il tutto viene sancito nel gesto semplice e nel segno dell’imposizione delle ceneri, che, da frutto di una combustione, rappresentano nell’immaginario di un credente il rimando alla caducità della vita (come si legge nella Genesi con “Ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”) nonché un’esortazione al ravvedimento esistenziale (come scritto da San Marco “Convertitevi e credete al Vangelo”).

La chiesa di Lecce celebrerà il rito in tutte le sue comunità parrocchiali, con il principale appuntamento alle ore 18, nella cattedrale del capoluogo, con la cerimonia eucaristica presieduta dall’arcivescovo Michele Seccia. Come a Lecce, anche nelle realtà diocesane limitrofe di tutto il Salento, in unità con tutta la chiesa cattolica, si vive quel gesto.

Ma la quaresima vive di espressioni anche più pagane e popolari come quello dell’esposizione della “Caremma”, ovvero un’immagine di stoffa rozza che raffigura una donna anziana vestita a lutto, esposta sulle finestre delle abitazioni, sui tetti o ai crocicchi delle strade.

Fra le mani, quel fantoccio regge una conocchia e il fuso, nell’atto di filare (come la Moira, la Parca filatrice del destino umano), mentre dalla veste pende un’arancia con infisse sette penne di gallina, tante quante le settimane di penitenza da affrontare.

Al termine di ogni settimana una penna viene sfilata e buttata via, finché, nel giorno del sabato santo che anticipa la festa della resurrezione di Cristo, la Caremma viene bruciata per sancire la fine del tempo di mortificazione ed espiazione.

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