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Non solo turismo di massa: il festival Itacà fa tappa in Salento

La manifestazione dedicata ai migranti ed al turismo responsabile si terrà dal 14 al 16: 58 di eventi a tema. Salvemini: "La promozione del territorio inizia dai cittadini"

LECCE - Il Salento è entrato nell’immaginario collettivo come luogo glamour e terra delle meraviglie, attraversata da flussi turistici confusionari che in molti si affannano a gestire.

Itacà è invece il festival che vuole rompere gli schemi del dibattito stereotipato sul turismo, rigorosamente di massa, per portarlo sui binari della sostenibilità. Il turista responsabile, un po’ colto e un po’ esigente, è proprio il destinatario di questa manifestazione giunta ormai alla sua decima edizione, nata a Bologna ed esportata nel Salento.

Il Festival del turismo responsabile - IT.A.CA' migranti e viaggiatori, premiato dall‘Organizzazione Mondiale del Turismo dell’Onu, si ramificherà sul territorio provinciale con 58 eventi, dislocati da Lecce a Gallipoli fino a Tricase, che inizieranno venerdì 14 per concludersi domenica 16 settembre.

Il viaggio “responsabile e consapevole” sarà al centro di questa 3 giorni di dibattiti e rassegne cinematografiche. Ma la manifestazione prevede anche escursioni a piedi, in bicicletta e in barca, mostre fotografiche e svariate proposte per coinvolgere tutti, grandi e bambini.

Il Festival IT.A.CÀ è promosso e organizzato dall’associazione Yoda, Cospe e Nexus Emilia Romagna. Attualmente coinvolge una rete formata da oltre 300 organizzazioni locali, regionali e internazionali.  Il 24 febbraio 2018 è nata la rete informale “IT.A.CÀ – Salento” presso il centro multiculturale Crocevia e partner del progetto. Le due associazioni referenti, Made for Walking e Camera a Sud, hanno coordinato le realtà più operose nel Salento riguardo alle tematiche del turismo responsabile, delle migrazioni, della sostenibilità e accessibilità.

La conferenza stampa di presentazione della manifestazione

Itacà è stato presentato in conferenza stampa presso il centro culturale Crocevia di Lecce, alla presenza di Carlo Salvemini, sindaco di Lecce, Silvia Miglietta, assessore comunale alle Politiche attive del lavoro; Carlo Chiuri, sindaco di Tricase; Fabio Pollice, direttore del dipartimento di Storia, Società e Studi sull'Uomo di UniSalento; Mariano Longo professore ordinario di Sociologia Generale di UniSalento; Marta Vignola, ricercatrice di Sociologia dei diritti umani; Maria Piccarreta direttore Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Brindisi, Lecce e Taranto;  Andrea Pignataro, responsabile nazionale Formazione, Volontariato e Servizio civile del Gus - Gruppo umana solidarietà; Nicola Panico presidente Ente Parco naturale regionale Costa Otranto, Santa Maria di Leuca e Bosco Tricase; Luciana Lettere associazione Made for Walking; Matteo Pagliara associazione Camera A Sud.

“Il programma presenta una serie di eventi caratterizzati dall’accessibilità e che hanno come scopo quello di valorizzare e recuperare i territori: la manifestazione è partecipata da molte associazioni e gode del sostegno delle istituzioni, come il Comune di Lecce e UniSalento, ma non di finanziamenti privati perché intende preservare la propria autonomia”, ha precisato Marta Vignola.

Secondo il sindaco Salvemini la forza di un territorio risiede nella capacità di raccontarsi, scegliendo diversi approcci. Uno di questi è quello del turismo sostenibile: “Da Itaca trarremo indicazioni interessanti sulle azioni di promozione del territorio convinti, come siamo, che la prima e più efficace azione sia quella di migliorare la qualità di vita, e quindi dei servizi resi ai cittadini”.

L’approccio di Salvemini è condiviso dal professor Fabio Pollice: “Siamo abituati a ragionare sui flussi turistici, conteggiando le presenze, senza valutare la qualità delle proposte. L’obiettivo di un’azione di valorizzazione di un luogo, al contrario, non dev’essere quello di attrarre i turisti, ma di vivere bene in quel luogo”. La fascinazione all’esterno è quindi un fenomeno che dovrebbe verificarsi di riflesso.

Un plauso all’iniziativa che ha saputo creare anche sinergie nuove, mettendo in rete numerose associazioni locali, arriva da Maria Piccarreta della Soprintendenza: “Il festival dà una prova di ciò che credo da tempo: cioè che il territorio sia quasi sempre un passo più avanti delle istituzioni che lo rappresentano”.

“L’aspetto più importante di Itacà è nella visione politica che riesce ad esprimere: tutte le parole chiave della manifestazione, come accoglienza, rispetto, accessibilità, sono volutamente contrarie rispetto a quelle che vengono utilizzate ordinariamente dai mass media e che caratterizzano il dibattito sull’attualità”, ha chiosato il professor Longo.

“Alla base del Festival vi è un essenziale invito alla partecipazione – ha concluso Andrea Pignataro del Gus -. Itacà è riuscita a mettere in pratica questo valore, coinvolgendo numerose associazioni che si sono impegnate in questa proficua collaborazione orizzontale”.

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