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Porto Badisco, spiaggia resta in mano ai bagnanti. Giudici confermano l’uso pubblico

La Corte d’Appello ha confermato le ragioni dei Comuni di Otranto, Minervino, Giurdignano ed Uggiano la Chiesa nel contenzioso con una società privata per l’uso della baia

OTRANTO – La spiaggetta e la scogliera dell’insenatura di Porto Badisco restano nella disponibilità pubblica dei bagnanti e dei Comuni dell’area otrantina che ne avevano già ottenuto la fruibilità maturata per usucapione. E’ quanto ha confermato la sentenza, depositata oggi ed emessa dalla seconda sezione civile della Corte d’appello di Lecce, che ha accolto solo parzialmente alcune richieste del ricorso d’appello proposto dalla società Iste Sud srl, confermando invece nella sostanza il giudizio già espresso con due sentenze di primo grado e quindi garantendo il diritto di uso pubblico sulla spiaggia e sull’insenatura di Porto Badisco. Confermate ciòé le ragioni dei Comuni di Otranto, Minervino, Giurdignano ed Uggiano la Chiesa, i quali, nel primo grado di giudizio, avevano chiesto ed ottenuto la pronuncia di maturata usucapione dell’uso pubblico delle aree attorno alla baia in virtù del possesso pacifico e continuo da parte della collettività da tempo immemorabile.           

La situazione che si era venuta a creare nella baia era alquanto paradossale. Col passare degli anni, infatti, a causa della mareggiate buona parte dell’arenile era stato eroso sin oltre l’originario limite demaniale. E quest’ultimo non era stato mai più rettificato dalla competente autorità marittima. Per cui la porzione di spiaggia residua, di fatto coincidente con tutta quella rimasta disponibile, ricadeva e ricade catastalmente in un’area formalmente di proprietà privata della società ricorrente, la quale, negli anni più recenti, aveva periodicamente assunto anche iniziative commerciali, subito lette dalla collettività come tentativi di parziale e progressiva privatizzazione dell’insenatura. Tali iniziative, e la preoccupata reazione dei frequentatori abituali di Porto Badisco, avevano spinto le amministrazioni comunali di Uggiano la Chiesa, Otranto, Minervino e Giurdignano ad incaricare il legale Mauro Finocchito di promuovere un giudizio dinanzi al tribunale di Lecce, affinché fosse riconosciuto l’uso pubblico “ab immemorabile” sull’intera baia. Ai Comuni si erano aggiunti, poi, in via incidentale anche la Pro Loco di Uggiano, quella di Porto Badisco e Legambiente.

L’iniziativa giudiziaria già in primo grado si era conclusa vittoriosamente. Ma la società privata Iste Sud srl, non si era arresa, rivendicando le sue ragioni di diritto e di proprietà. Così  nel 2015 la sentenza veniva impugnata dinanzi alla Corte d’Appello di Lecce, per un verso, sostenendo che i Comuni e gli enti costituiti in giudizio “non fossero legittimati a rappresentare la collettività diffusa che aveva usato pubblicamente la spiaggia e l’insenatura”. Per altro verso, negando che “fosse stata data adeguata prova del possesso da parte della collettività” e, infine, obiettando che “il consulente d’ufficio nominato dal tribunale non avesse adeguatamente individuato i confini delle aree e della scogliera soggette a pubblico uso e che ciò ne impedisse la corretta trascrizione nei registri immobiliari dell’uso pubblico”. Con la sentenza odierna della Corte d’Appello, presieduta dal giudice Giovanni Romano, è stata però confermata la pronuncia del tribunale su tali punti.

I giudici ritengono dunque che tutti i Comuni ed enti attori “agivano per far valere il diritto alla fruizione pubblica dell’area da parte del gruppo di cittadini da essi rappresentati, ma non come somma dei singoli interessi particolari dei vari utenti, ma uti cives, cioè come titolari di interessi generali”. Quanto ai presupposti per l’usucapione dell’uso pubblico si legge che “tutti i testimoni hanno dimostrato che da tempo immemorabile, e comunque da molto più di venti anni, la spiaggia di Porto Badisco è stata nel pieno e libero utilizzo della collettività, anche come luogo di ritrovo serale e, nel periodo invernale, da parte dei pescatori che hanno sempre tirato a secco le proprie barche al fine della loro protezione dai marosi”. Infine, per la presunta omessa prova dei limiti precisi dell’area usucapita viene esplicitato che si tratta “il percorso, individuabile facilmente anche tramite foto aeree, maggiormente utilizzato dai pescatori per raggiungere le postazioni più comode sulla scogliera in prossimità del mare, mentre sulla spiaggia esso si estende a ritroso fino al ponte della litoranea”. L’unico motivo di appello della società oggetto di accoglimento riguarda un profilo processuale meno rilevante sulla vicenda sostanziale, e quindi quest’ultima è stata confermata in toto dalla Corte d’Appello.

E’ quanto rilevano anche i legali Mauro Finocchito, che in appello ha assistito  i Comuni di Otranto e di Minervino di Lecce (in appello il Comune di Uggiano è stato invece assistito dall’avvoccato Daniela Felline, Legambiente dal legale, Anna Grazia Maraschio, e la Pro Loco di Porto Badisco dagli avvocati Cesare Lia e Maria Bruno). “Tengo a segnalare, tuttavia” spiega l’avvocato Finocchito, “come sia stato possibile raggiungere il positivo risultato grazie all’attenzione ed alla lungimiranza dei sindaci dell’epoca, Francesco Bruni per Otranto e Cristina Rizzo per Uggiano la Chiesa, seguiti a ruota da Salvatore Mitello per Giurdignano ed Antonio Monteduro per Minervino, ed alla pervicacia dei loro successori, Luciano e Pierpaolo Cariddi per Otranto, Fausto De Giuseppe per Minervino e Salvatore Piconese per Uggiano la Chiesa, nel coltivare ed assecondare le originarie iniziative, i quali si sono fatti portatori delle fortissime istanze territoriali in tal senso”. 

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