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Sabato, 27 Aprile 2024
Palazzo Carafa e Sedile

Una sede per la tutela e valorizzazione della statua del 1739: le opzioni in campo

Prese il posto della precedente, distrutta da un incendio. Nonostante un accurato restauro, è troppo fragile per essere ricollocata sulla colonna. Si valuta ora quale sia la sede migliore per la conservazione e la fruizione

LECCE – Ora che è stata fissata la data di collocazione della copia sulla colonna in piazza, resta da stabilire la localizzazione più adatta per la conservazione e l’esposizione della statua originale di Sant’Oronzo, quella che è stata restaurata e che non può essere nuovamente esposta agli agenti atmosferici a causa della compromissione dei materiali e delle strutture interne.

“Ora sul tavolo c’è il destino della statua settecentesca – ha ricordato la soprintendente, Francesca Riccio -, che sarà oggetto di un nuovo confronto con il Comune e la Curia per determinare quali siano i migliori sistemi per garantire al contempo la migliore conservazione e la migliore fruizione del bene, trasformando quella che all'inizio poteva sembrare una diminutio nella possibilità di poter ammirare da vicino l’opera”.

Dal 30 gennaio del 2019 la statua - ultimata nel 1739 per prendere il posto della precedente, distrutta da un incendio - si trova nell’androne monumentale di Palazzo Carafa (dove è stata restaurata a vista) e potrebbe essere quella la sua sede definitiva: è, infatti, una delle opzioni in campo, potendo contare anche sull’utilizzo dei locali attigui, finora occupati da una postazione del 118 che sarà trasferita presso la ex casa del custode della Villa Comunale.

L’alternativa più accreditata è quella del Sedile, attualmente sede dell’ufficio informazioni turistiche. Ci sono però degli aspetti tecnici da valutare bene anche perché la soprintendente, Francesca Riccio, ha spiegato che bisogna garantire alla statua le migliori condizioni di conservazione. Il Sedile presenta due sostanziali inconvenienti, collegati tra loro: una forte esposizione al sole, favorita dalle ampie vetrate che non garantirebbero nemmeno rispetto all’umidità. Ecco dunque che servirebbero accorgimenti e impianti per rendere quell’ipotesi percorribile.

Comune, curia, Soprintendenza e Università, ha spiegato il sindaco Salvemini, continueranno a procedere di comune accordo per individuare la soluzione migliore. Intanto il primo cittadino si è detto molto soddisfatto di essere arrivato al traguardo della collocazione della copia: “Quelle dell’11, 12 e 13 aprile saranno giornate storiche per la città, di festa popolare, di tutti. La realizzazione della copia della statua del santo patrono è stata un'impresa collettiva: della Curia, del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento, della Soprintendenza, che ha seguito passo dopo passo il restauro dell’originale e la realizzazione della copia. Della Fonderia Nolana Del Giudice, che ha materialmente realizzato quest’opera d’arte di grande valore. Ma soprattutto ringrazio i donatori che con il loro contributo – raccolto attraverso l’Art Bonus del Mibac – hanno finanziato l’intera operazione, frutto della collaborazione tra curia e istituzioni, ma principalmente della devozione popolare, esattamente come avvenne nel 1739 per la realizzazione della statua originale del santo”.

Monsignor Seccia si è detto felice: “Mi sembra un dopo tanti anni di solitudine della colonna nella piazza antica di questa città. Il ritorno della copia della statua al suo posto mi fa pensare al ritorno di un faro. Per noi cristiani, i santi sono fari che con il loro esempio illuminano il cammino di chi sceglie di seguire Cristo. Questo ritorno sulla sua colonna che da secoli rappresenta un punto di riferimento, un segno di riconoscimento di una comunità che a sua volta dà significato ai segni. Per noi credenti il santo patrono, infatti, è più di un simbolo e vale più della bandiera perché la fede e la devozione superano le barriere spazio-temporali e vanno oltre la successione dei fatti della storia. Grazie all’amministrazione comunale e a tutti gli enti coinvolti per la passione e la professionalità profuse in questa operazione per nulla facile. E grazie anche a chi ha contribuito con le donazioni affinché la statua originale di Sant’Oronzo fosse riportata all’antico splendore e la sua copia tornasse finalmente in piazza”.

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