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Sabato, 27 Aprile 2024
La struttura fatiscente / Tricase

Villa “Sauli” da demolire: arriva la decisione del Consiglio di Stato

Dopo una lunga battaglia legale tra Comune e proprietà dell’immobile e dopo sessant’anni dalla realizzazione arriva la storica svolta con il pronunciamento dei giudici

TRICASE – Una lunga battaglia legale che vede scritta la parola fine ad una storia che attraversa diversi decenni: l’immobile fatiscente di Tricase Porto, Villa Sauli, andrà demolito.

È quanto stabilito dal pronunciamento della sesta sezione del consiglio di Stato (presieduta da Dario Simeoli, estensore Ugo De Carlo), sul ricorso presentato dal Comune (all’epoca guidato dal sindaco Carlo Chiuri che aveva ordinato la demolizione del fabbricato dopo un primo invito alla messa in sicurezza) contro la decisione del Tar di Lecce, che, nel 2020, aveva dato ragione ai proprietari della struttura che versava in stato di abbandono, tenendola di fatto ancora in piedi.

I giudici, con la propria sentenza arrivata cinque anni dopo la prima ordinanza sindacale di demolizione, hanno evidenziato l’incongruenza della licenza rilasciata nel 1963 per la realizzazione di un albergo-ristorante con il divieto di sopraelevazioni ed estensioni, con la struttura rimasta incompleta e in stato di abbandono e degrado: “Va considerato – chiariscono i giudici - che la realizzazione dell’immobile non rispettò fin dall’inizio la finalità per cui era stata concessa la licenza edilizia e cioè la destinazione a struttura recettizia autorizzata solo perché in zona vi era una carenza in tale settore. L’albergo richiede l’esistenza di almeno cinque camere mentre nella palazzina ve ne erano solo tre. Ciò ha comportato che l’utilizzazione come albergo-ristorante non ha mai avuto luogo anche per la mancata realizzazione della cucina e della dispensa e nel tempo l’immobile ha finito per trovarsi in uno stato di abbandono e di degrado che ha comportato l’intervento dell’organo pubblico”.

Inoltre, dai sopralluoghi effettuati, “è emerso che vi era stata una traslazione della sagoma e realizzazione su differente piano di sedime che ha comportato diverse altezze, con la conseguenza di un edificio sporgente per due lati sul promontorio roccioso che non poteva essere mimetizzato come a suo tempo suggerito dalla Soprintendenza. L’altra modifica rilevante è la realizzazione su due livelli del fabbricato”.

Ora spetta al Comune e all’ufficio tecnico applicare la sentenza e avviare le procedure di demolizione avviare la procedura per la demolizione dell'immobile.

L’ente, nella vicenda, è stato rappresentato dall’avvocato Ernesto Sticchi Damiani, mentre i proprietari dell’immobile sono stati assistiti dai legali Antonio e Pietro Quinto.

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