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Lunedì, 29 Aprile 2024
Salute

Problemi muscolari e articolari: i pesanti strascichi della pandemia

I cambiamenti delle abitudini di vita imposti dall'emergenza sanitaria hanno inciso negativamente anche sul benessere fisico. Ne abbiamo parlato con il massofisioterapista Carlo Totaro Fila. L'importanza di adeguate terapie manuali

LECCE – L’irrompere della pandemia di Sars Cov 2 ha modificato gli stili di vita: i periodi di lockdown, lo smart working hanno inciso notevolmente sia sulla sfera sociale – limitando i contatti diretti -, sia sul benessere fisico. Per quanto riguarda questo secondo aspetto, prolungati periodi di inattività o di limitato movimento hanno lasciato il segno e i primi ad accorgersene sono gli specialisti delle terapie manuali. Ne abbiamo parlato con Carlo Totaro Fila, massoterapista e titolare di un ambulatorio a Lecce diretto dal dottor Giuseppe Congedo.

Dal punto di vista della tua professione, delle problematiche che più spesso lamentano i tuoi assistiti, hai notato una differenza tra prima e dopo la pandemia?

“Sicuramente sì. C’è stata un’amplificazione dei problemi muscolo scheletrici e in molti casi una slatentizzazione di problemi preesistenti”.

Entrando più nel dettaglio, quali sono le patologie che tratti con maggiore frequenza e quali caratteristiche hanno per quanto riguarda i sintomi e le possibili degenerazioni?

“Problemi alla schiena a cui conseguono lombosciatalgie e lombalgie, problemi alle cartilagini, con maggiore frequenza alle ginocchia, tendiniti del femore e della rotula e sul tratto cervicale con problemi di cervicalgia con riflessi sulle spalle. Ognuno di questi sintomi può portare alla degenerazione della colonna vertebrale e delle articolazioni”.

Il tuo intervento su che approccio si basa?

“Offro un supporto per tutti coloro che vogliono curare i dolori muscolo scheletrici con tecniche di massaggio e manovre meccaniche. L’analisi delle posture assunte dall’assistito rappresenta il primo passo perché la postura può essere l’origine del problema miofasciale. Questa indagine mi permette di aiutare l’assistito a modificare gradualmente le sue abitudini. Tutte le persone sinora trattate ricorderanno certamente l’importanza che attribuisco all’accurata ed attenta osservazione della postura nel corso delle attività quotidiane, comprese quelle sportive”.

Le mansioni sedentarie e l’utilizzo massivo dei computer sono sempre più diffuse. Cosa si può fare per contrastare i possibili danni?

“Basta seguire pochi semplici accorgimenti che con il passare del tempo diventeranno una automatica e salutare abitudine.  Ed in particolare: cambiare spesso posizione della sedia, preferibilmente ergonomica, del pc e della tastiera, uso di occhiali anche riposanti; mentre si è al computer, tenere la posizione eretta del collo; fare delle pause cicliche dal proprio lavoro alzandosi dalla sedia. Una considerazione a parte merita il mouse: il suo utilizzo, a lungo andare, crea una infiammazione del tendine dell'epicondilo esterno del gomito provocando l'insorgere dell'odiosa epicondilite. Per prevenire questa infiammazione sarebbe opportuna non usare a lungo il mouse con la stessa mano ricordandosi, inoltre, di tenere in scarico l'avambraccio appoggiandolo sulla scrivania o sul bracciolo della sedia”.

Anche i bambini e gli adolescenti rischiano di pagare un dazio molto pesante: le scene di tutti i giorni ci raccontano di ragazzini schiavi del proprio display, con la testa sempre inclinata in basso e gli occhi rivolti sullo smartphone. Stai toccando con mano le conseguenze di questo tipo di posture prolungate e innaturali?

“A seguito di una recente pubblicazione scientifica americana, i ricercatori hanno misurato il peso sulla colonna vertebrale legato all’inclinazione della testa. Hanno rilevato che chinare il capo in avanti aggiunge circa 27 chilogrammi di pressione su tutta la colonna vertebrale mentre la nostra testa ha un peso compreso tra 4,5 e 5,5 chilogrammi in posizione verticale. Per rendere l’idea, è come se camminassimo tutto il tempo con un bambino di circa otto anni sul collo. Immaginate l’usura precoce del tratto cervicale, la rigidità muscolare del collo e delle spalle: Tutto ciò porta ad avere dolenza della zona in questione, oltre che a un peggioramento dell’aspetto estetico”.

Come si può arginare questa deriva?

“Sarebbe utile seguire questi semplici consigli: alzare il telefono all’altezza degli occhi e non tenere il braccio abbassato, ciò al fine di non indurre l’inarcamento del collo; sottoporsi a trattamento preventivo muscolo scheletrico per evitare l’insorgere di disfunzioni ed altri problemi; queste semplici regole elevano la qualità di vita evitando algie”.

Non è sempre facile capire a quale specialista rivolgersi: si confondono i sintomi e le cause, ci si affida sempre più spesso alle autodiagnosi con internet. Tu cosa suggerisci? Come si riconosce il professionista adatto alle proprie necessità terapeutiche?

“Dipende dai casi. Senz’altro mi sento di sconsigliare le autodiagnosi ottenute utilizzando internet. Credo che ogni medico, o terapista manuale che sia, possa apportare il proprio contributo al benessere dell’assistito. Ogni professionista, preparato e moralmente onesto, trasmette anche la propria tensione morale all’assistito, il cui riflesso viene percepito non solo dal risultato finale ma anche dalla sensazione di aver messo la propria salute in mani competenti e preparate”.

In tanti anni oramai di attività, quali sono le parole che più ti hanno gratificato, il caso che più ti ha dato soddisfazioni?

“Gratificazioni per aver alleviato il dolore di un assistito e sensazione di impotenza per i casi che esulano dalla terapia manuale, si alternano quasi quotidianamente. Sarebbero tantissimi i casi da riportare, in particolare però ricordo assistiti che erano convinti di dover convivere con il proprio dolore fisico a vita e che grazie alla terapia manuale hanno riacquistato il benessere nella propria quotidianità”.

C’è un augurio che ti senti di fare per il nuovo anno?

“Mi piacerebbe che il tipo di lavoro che faccio possa essere sinergico con quello del medico di base e con quello dello specialista, per cercare nel minor tempo possibile di migliorare le condizioni dei nostri assistiti in maniera quanto più possibile sana, corretta e funzionale. Ricordando che, quando il corpo tramite il dolore ci fa capire che c’è un problema, non bisogna fermarsi a curarne solo il sintomo, ma bisogna ricercarne la causa. Il dolore è uno strumento importante grazie al quale il corpo ci comunica che esiste una disfunzione, salvo che non si tratti di un trauma diretto. Togliere solo il dolore, senza capirne la reale causa, è come nascondere la sabbia sotto il tappeto, prima o poi la disfunzione si riproporrà con effetti più invalidanti, più gravi e molte volte cronici. A quel punto si potrà solo cercare di arrestare il decadimento senza avere più la possibilità di ottenere una guarigione completa. È veramente determinante fare in modo di sfruttare al meglio la capacità innata del corpo di auto guarirsi mettendolo nella condizione migliore per poterlo fare. Questi obiettivi sono facili da raggiungere con un buon lavoro di prevenzione, tramite trattamenti di terapia manuale, possibilmente solo preventiva, e adeguato esercizio fisico”.

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