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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Il profilo del mostro di Firenze tratteggiato da Cristiano Demicheli

Quell’oscuro desiderio. Un profilo del mostro di Firenze (Rogas Edizioni) di Cristiano Demicheli è una ricostruzione nuova e coerente della vicenda del serial killer che tra il 1968 e il 1985 uccise sedici persone

Con Quell’oscuro desiderio. Un profilo del mostro di Firenze (Rogas edizioni) Cristiano Demicheli fornisce una lettura molto acuta dell’intera vicenda e propone un’analisi comportamentale del serial killer di Firenze. Il libro è frutto di uno studio accurato di tutta la documentazione disponibile, arricchito di spunti, riflessioni, teorie e connessioni tra gli attori della storia.

Un aspetto che colpisce della narrazione del mostro di Firenze è sicuramente l’utilizzo della parola mostro, come se per la stampa e l’opinione pubblica dei tempi gli omicidi fossero stati compiuti da una figura mitologica con caratteristiche estranee al normale ordine naturale, da definizione un essere dall’aspetto deforme e dimensioni anormali che suscitava stupore, paura, che forse favoriva una distanza di sicurezza emotiva e psicologica rassicuranti per un paese che si confrontava, suo malgrado, per la prima volta con un assassino seriale, forse il peggiore che la storia della cronaca nera italiana possa ricordare. Eppure a quasi cinquant’anni dagli omicidi con processi interminabili, diversi indiziati perlopiù conosciuti come “Compagni di Merende”condannati e poi assolti per tutti è ancora “il mostro” e quella storia maledetta resta avvolta da un alone di mistero.

Le uniche certezze a oggi sono la morte di Barbara Locci e Antonio Lo Bianco (1968), Stefania Pettini e Pasquale Gentilcore (1974), Carmela De Nuccio e Giovanni Foggi (1981), Susanna Cambi e Stefano Baldi (1981), Antonella Migliorini e Paolo Mainardi (1982), Wilhelm Friederich Meyer e Uwe Jens Rüsch (1983), Pia Rontini e Claudio Stefanacci (1984), Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili (1985), sedici ragazzi innocenti, otto coppie in cerca d’intimità appartati in auto (ad esclusione dell’ultima cronologicamente parlando colta di sorpresa in una tenda da campeggio, che per Demicheli è il congedo consapevole e volontario del mostro), la mutilazione degli organi genitali femminili dal terzo omicidio in poi e l’arma del delitto, sempre la stessa pistola; in realtà mai rinvenuta, ma che l’Fbi ha identificato come una calibro 22 con la lettera H impressa sul fondello.

Con Quell’oscuro desiderio. Un profilo del mostro di Firenze (Rogas edizioni) Cristiano Demicheli racconta la sequenza degli omicidi, mette in luce le incongruenze, scardina le illazioni, fa riflettere su molti aspetti e soprattutto segue sia la crescita disumana dell’assassino che la costruzione in fieri del suo modus operandi.

Possiamo considerare il 1981 come l’anno della svolta perché se nei primi omicidi l’assassino si limitava a uccidere le donne, dopo il 1981 iniziò a praticare le esportazioni di pube e mammella sinistra: Le parti anatomiche che il mostro mutilava erano un richiamo sessuale. Erano, in un certo senso, i simboli del potere della femminilità, gli strumenti attraverso cui la donna, da un punto di vista biologico, risveglia o sollecita l’istinto sessuale [...]. Secondo l’autore le mutilazione che l’assassino compie si possono interpretare come furti di potere: un gesto per disarmare la donna, privarla del suo strumento di dominio. E nella sottrazione della parte, il mostro esprime il suo desiderio di impossessarsi di tale potente amuleto, di trasferire il potere della donna che lo portava a se stesso.(p. 156/157)

Per Demicheli l’assassino seriale definito il mostro di Firenze è un omicida necrofilo con un carattere chiuso, tradizionalista se non reazionario, avaro, geloso, possessivo, ipocritamente rispettoso delle forme. Una persona magari rispettabile, capace di cortesia e savoir faire per opportunità, ma, in fondo, spiacevole e fredda, terribilmente noiosa. Vuota. Un uomo solitario, dunque, o single o legato a una donna sottomessa e di personalità alquanto insignificante. (p. 135) Un uomo metodico che ha saputo sparigliare le carte, modificare lo schema dei delitti: i criteri, i luoghi, le vittime [137] e fare di sé una figura riconosciuta a livello internazionale con gli omicidi della coppia omosessuale tedesca e quella francese.

Quell’oscuro desiderio. Un profilo del mostro di Firenze (Rogas edizioni) di Cristiano Demicheli è un libro che, esaminando la vicenda, separa i dati concreti dalle congetture, la cronaca dal mito e risale alle fonti per tracciare un profilo inedito dell’assassino con una teoria ben precisa e plausibile tutta da leggere.

Cristiano Demicheli (Genova, 1975) è autore di narrativa. Nel 2011 ha pubblicato con Rizzoli il romanzo per ragazzi Melasia, finalista ai premi Cento e Minerva. Vincitore del premio Hypnos nel 2018, per i loro tipi ha pubblicato l’anno seguente la raccolta Cronache dalla Val Lemuria e collaborato a Strane visioni 2.

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