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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Dopo Ritorno a Hanging Rock e Club Silencio, Overlook Loop: il terzo volume della Collana Trema

A cura di Emanuela Cocco, Trema (Edizioni Arcoiris) nasce dalla sua passione per l’horror, per la letteratura sinistra e fantastica e per il cinema

Dopo Ritorno a Hanging Rock e Club Silencio ispirati rispettivamente ai film Picnic ad Hanging Rock di Peter Weir e Mulholland Drive di David Lynch, è disponibile la terza antologia della collana: Overlook Loop, il cui film guida è Shining di Stanley Kubrick.
Overlook Loop è dunque un omaggio al kubrikiano Overlook Hotel, il luogo di svolgimento del film Shining, tratto dall’omonimo romanzo horror di Stephen King.

Un omaggio lungo diciotto racconti con le illustrazioni di Daniele Serra, i cui autori e autrici sono: Arturo Belluardo, Micol Beltramini, Marta Cai, Dario De Marco, Pier Paolo Di Mino, Andrea Frau, Veronica Galletta, Veronica Leffe, Simone Lisi, Fabrizio Lucherini, Carlo Martello, Francisco Magallanes, Angelo Mennillo, Luca Mignola, Claudio Morandini, Cristiano Saccoccia, Romeo Vernazza e Andrea Zandomeneghi. La prefazione è di Paola Del Zoppo e la postfazione di Andrea Cafarella.

Overlook Loop è un condominio di carta che contiene molte case narrative; alcune sono occupate, altre infestate da apparizioni, ossessioni, ombre, proiezioni, memorie, deliri e violenza. Ogni casa presenta la sua insidia, il suo maleficio, le sue trappole, i suoi tormenti.

Paola Del Zoppo nella sua introduzione afferma che  solitamente le case non vivono, sono vissute, sono spazi grazie ai quali sedimentiamo vissuti e storie e crediamo di tenere fuori pericoli e nemici; agenti esterni che possiamo tenere chiusi fuori dalla soglia di casa, dietro la porta. In Overlook Loop quella soglia sembra liquida e quei pericoli e quei nemici vivono dentro ogni inquilino/protagonista e ogni unità narrativa e abitativa diventa il palcoscenico di un orrore tutto per sé, in cui l’ignoto è la proiezione delle paure più nascoste, più intime che dimorano in ognuno di essi e con cui si trovano, loro malgrado, a fare i conti. Ed è così che le case si animano, diventano corpi, nascondono e rivelano fobie, animali, piante, memorie e forme, imprinting in una escalation che porta alla fagocitazione fisica o mentale di chi le abita.

I racconti contenuti in Overlook loop:

Un grande bisogno di protezione di Marta Cai; è l’ossessione del bucato a raccontare una nevrosi, una mania di controllo, una rupofobia feat. la misofobia, un’esistenza al candeggio, asettica, immacolata, anestetizzata dalla paura paralizzante di un fuori che è già tutto dentro.

La parentesi di Claudio Morandini racconta di un bisogno assoluto di simmetria che non si limita alle figure piane o solide, sconfina nel senso estetico di una vita che abortisce l’alterità; la fisicità, il respiro, il suono, il rumore dell’altro che non armonizzano con l’architettura minimalista della mente del protagonista procurano disagio e il sollievo si nutre di rimozione, mancanza rassicurante.

Certe donne sposano una casa di Veronica Galletta. In questo racconto in cui la dimensione domestica è donna, il focolare si anima e parla una lingua che solo chi la abita comprende; solo nella casa ci si protegge dal mondo esterno, il mondo fuori non esiste. La riparazione di un tubo che perde lascia che quel suono imprevisto diventi “un fine acufene mai”.

Non possiamo più uscire di Andrea Zandomeneghi. Dopo un periodo in Canada, il protagonista ritorna a Minciano, suo paese di origine, e lì mantiene nella casa materna una distanza di sicurezza anaffettiva dalla donna; tra sinestesie, scollamenti dalla realtà e afrori, un’asessualità come scelta ragionata matura l’idea di non poter più uscire. La casa che evoca ricordi dolorosi aderisce come una seconda pelle che non permette esuviazione alcuna.

Studi etnografici a Kill House di Dario De Marco. L’incontro con un medico, la diagnosi preventiva, il racconto del sogno di una casa buia, polverosa, di oggetti che scompaiono e ricompaiono, di letti che si muovono, di pavimenti che s’inclinano, di porte chiuse, di atti di ribellione contro la stessa casa e di una via di fuga. Tempo scaduto, tutto si riduce al pagamento della parcella medica.

Fuori dalla casa di Pier Paolo Di Mino con le illustrazioni di Veronica Leffe. Il male dell’uomo è nel non sapere stare dentro una stanza. Il male dell’uomo è il desiderio.[…] La casa è sicura e la ragazza soltanto una creazione della mia mente causata dallo stato di solitudine protratta. Un uomo legato a una poltrona fa astrazione per non sentire il dolore, è congelato in un presentismo che non vede né passato né futuro tanto che gli occhi ad aprirli fanno male, ma a sgranarli lo spettacolo della natura si fa bellissimo.

La cameretta di Simone Lisi. Shila e Paolo, due fidanzati fanno uno swap di casa, lui va a Londra per un corso, lei a casa di lui in Italia per studiare l’italiano. Già in aeroporto però Shila scopre che condividerà l’appartamento con i genitori di Paolo. Alla rabbia iniziale segue un progressivo spegnimento di ogni suo impulso alla vita, si trasforma in una hikikomori in una stanza che le genera una sorta di dipendenza affettiva.

Le vibrazioni di Fabrizio Lucherini. L’ombra, le ombre, il buio, il respiro lento, l’immobilità, il corpo che si fa gamba, polpaccio, piede, gola, palato. Parcellizzazione  del corpo-casa tra squilibrio e disidratazione. Luddsimo (domotico) all’incontrario. Un open space che si fa closed, tra imprinting della memoria del luogo, iperconnessione e incomunicabilità, la casa diventa famelica.

Un divano a Milano di Carlo Martello. Una casa che si fa scatola con un uomo dentro, un uomo che ci vive isolato e rinuncia alla sua esistenza per vegetare e una donna che lo osserva. Le piante che sembrano essere la nuova civiltà che popola il mondo e la TV, casa delle immagini, che ne racconta la propagazione assoluta.

La morte di Luca Mignola di Luca Mignola. In una giungla urbana, elefanti meccanici, topi e scarafaggi osservano. Un uomo, una casa infestata dall’odore di ammoniaca, un bagno in acqua fredda come un battesimo dello sprofondare dell’esistenza. Sdoppiamento, corpi allo specchio, esistenze negate, la casa diventa ospedale, in cui si consumano mollezza degli arti e un forte impulso ad agire la morte.

Fabiofazio di Arturo Belluardo. In un giardino zoologico l’impiegato Calafiore è incaricato a cercare lo scomparso ingegnere Cardarelli, l’uomo che avrebbe dovuto radere al suolo il vecchio zoo per farne un pluricondominio ecostenibile […] con i laghetti e i canali ormai privi di abitanti da quando Fabiofazio era stato abbattuto. Chi è Fabiofazio? Una giraffa maschio chiamata così dopo un contest sui social; la giraffa è rifiutata e picchiata dal padre e la direttrice dello zoo decide di farla sopprimere. Sullo sfondo il ritrovamento di un cadavere nella vasca melmosa delle mante e una natura che ormai graffia l’uomo.

Malacarne di Cristiano Saccoccia. I ricordi da adolescente seduto al banco di scuola a incidere la pagine con un taglierino si mescolano a quelli da adulto tra le pareti di un mattatoio a incidere la carne delle carcasse di animali. Un amore giovane interrotto dalla morte prematura di lei, il corpo di lui che crescendo si fa casa e prigione. Una malacarne e un fantasma e la X del tesoro mai apposta sulla mappa di una storia mai disegnata.

Clinofobia di Andrea Frau. Si può avere paura di andare a letto, di addormentarsi e soprattutto di allontanarsi dalla realtà? Sì, se gli incubi sono barbari che profanano il tuo tempio, che urinano  e defecano sui tuoi sensi di colpa e le tue ossessioni. In un’oscillazione tra farsi parco giochi di demoni ubriachi  e infliggersi volontariamente la privazione del sonno, solo un alternarsi di incubi e pace.

Vallis Nigra di Romeo Vernazza. Negli anni ’40 alla quattordicenne Francina tocca una lunga scarpinata per raggiungere la casa dove deve prendere servizio. Il palazzo signorile che l’accoglie mette disagio, è un emporio abbandonato che sprofonda in un pantano. Al piano superiore cumuli di oggetti contenuti da reti metalliche e un uomo anziano con un taccuino che stratifica storie sulle pagine. L’uomo racconta a Francina di strane sparizioni e le affida l’incarico di scappare per la foresta con un manoscritto e altri documenti. La fuga e un fuoco che mangia il maniero. La catarsi.

Una leggenda di Botafogo di Francisco Magallanes (traduzione dallo spagnolo di Antonella Di Nobile). In questo racconto la scrittura si fa casa, si fa luogo di una smaterializzazione per consumare l’atto della parola agita sulla carta del Gran Quaderno. In un realismo magico e disturbante una dislocazione latina dall’Argentina al Brasile, un viaggio in bus dall’aeroporto alla casa che attende lo scrittore e chi lo accompagna e una tappa sulla Prainha. Un attacco dal cielo e la realtà che irrompe.

Mona Lisa Motel di Micol Arianna Beltramini e Angelo Mennillo. Una graphic short story. In tv una giornalista annuncia l’omicidio di una giovane prostituta in un edificio abbandonato di Detroit. Mentre la scientifica fa i rilievi compare un gatto che tende a trovarsi spesso sulla scena del crimine; nella bubble fuori campo prosegue il servizio del telegiornale: si tratta forse di un serial killer?

La raccolta si chiude con la postfazione di Bartolomeo Cafarella intitolata “Illuminante luccicanza ovvero la casa dal punto di vista del mostro”.

Overlook loop è una casa in cui si torna per leggere ed esorcizzare i mostri che ci abitano, le nostre parti più tetre che tendiamo a rifuggire, gli specchi che copriamo per non vederci nitidi e definiti nella mente e nel corpo che abitiamo.

Emanuela Cocco è editor freelance, direttrice editoriale di “tReMa”, collana di letteratura nera, sinistra e perturbante, pubblicata da Edizioni Arcoiris. Ha fondato e codirige Terra di nessuno, spazio di critica della drammaturgia. Ha scritto per il teatro e per la televisione, come autrice e come critica.  Ha pubblicato drammaturgia, racconti e saggi di analisi letteraria. Collabora con la rivista Carmilla. Insegna editing e scrittura per Minimum Lab i corsi di Minimumfax. “Tu che eri ogni ragazza” (Wojtek) è il suo primo romanzo.

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