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Sabato, 27 Aprile 2024

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A cura di Redazione

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“Il mondo cambia, il libro resta”. Intervista a Eugenia Dubini di NN editore

TerzaPagina continua il suo viaggio nel mondo dell’editoria italiana indipendente. Il secondo incontro è con Eugenia Dubini della casa editrice NN

Come e quando nasce la casa editrice NNE? E perché la scelta di chiamarla così?

Il progetto NN ha avuto inizio da una chiacchierata con Edoardo Caizzi, Alberto Ibba e Gaia Mazzolini nel 2013, a cui poi si è aggiunta Serena Daniele. Già da quella prima volta abbiamo iniziato a parlare della possibilità di dare inizio a un nuovo progetto, vedevamo degli spazi aprirsi e cambiamenti interessanti profilarsi all’orizzonte.

Nel 2013, e fino a tutto il 2015, il comparto editoriale stava vivendo una fortissima crisi, ma noi leggevamo anche segnali diversi. Stavano cambiando i lettori, la loro identità si stava mettendo in relazione, come dimostravano le comunità on line di appassionati, e la veloce diffusione dei gruppi di lettura.

Il panorama editoriale era in evoluzione, sia a livello di grandi gruppi editoriali - non c’era stata ancora la fusione tra Mondadori e Rizzoli, e la Nave di Teseo non esisteva - sia per le realtà indipendenti, editori e librerie, che potevano avere un ruolo diverso rispetto al passato, un ruolo di progetto e prospettiva. Il primo passo è stato proprio presentarsi con un marchio nuovo in quell’esatto momento storico, e poi lavorare su questo marchio nella sua interezza e complessità, fondendo e rendendo armoniche tutte le scelte, dal nome, al libro come oggetto, alla qualità delle proposte, da quelle editoriali a quelle di comunicazione e commerciali.

NN è l’acronimo per il latino nomen nescio, non conosco il nome, in italiano “non nominato”, ed era la dicitura che fino al 1975 veniva apposta sulle carte d’identità in Italia, quando non vi era stato riconoscimento legale della paternità. Figli di NN, quindi, orfani, figli di nessuno.

Il nome richiama la nostra linea editoriale, ossia la ricerca di identità nella società senza padri, per raccontare il mondo contemporaneo, la confusione di ruoli che viviamo ogni giorno. Il tema dell’identità è il tema della letteratura per eccellenza, ma dare risalto a un tema e seguirlo per proporre i libri, al di là di generi letterari, e nazionalità degli scrittori, ci sembrava un diverso modo di parlare ai lettori.

Com’è cambiata l’editoria rispetto agli esordi di NNE?

Dagli anni della crisi del 2012-2015, quando siamo nati, ad oggi, mi sembra che il mondo sia cambiato, o almeno la percezione che ne abbiamo. In soli cinque anni abbiamo assistito a una trasformazione che rende il momento attuale decisamente delicato, e mi riesce difficile fare una sintesi qui, in poche righe, di tutti gli avvenimenti che stanno introducendo una possibilità di cambiamento. Ma il movimento è palpabile, e procede in tante direzioni, anche contradditorie tra loro, tra innovazioni tecnologiche e finanziarie, di prodotto e mercato, movimenti di concentrazione in verticale e orizzontale, a tutti i livelli del settore. Ho solo un’unica, solida certezza, e questo certezza riguarda l’oggetto libro, che so essere più forte di ogni mutazione, un oggetto perenne, mi verrebbe da dire, che ha già affrontato e vinto su una lunga serie di profezie di distruzione.

Come è diventata un’editrice?

Ho iniziato a occuparmi di editoria già durante gli studi, mi sono laureata con una tesi sull’editoria in Italia, e lavoravo già nel settore sia come correttrice sia come redattrice. Sono stata per alcuni anni a Rivisteria, il mensile di Bea Marin. E durante la mia esperienza nell’agenzia di fotografia Prospekt, ho avuto a che fare con la pubblicazione di libri. Mi sembra di essermi sempre occupata solo di questo, e la ragione più personale è che diventare editrice è sempre stato il mio sogno.

Come sceglie i testi da pubblicare?

Mi arrivano manoscritti continuamente, da autori, agenti ed editori stranieri, più di una ventina al giorno. Si guarda sempre all’autore, alla sua storia editoriale, ma sono voce e storia che fanno la differenza. Tanta parte del nostro lavoro è selezionare quelli che andranno letti per intero, impossibile farlo con tutte le proposte.

Spesso in redazione, per scegliere i libri su cui soffermarci facciamo quello che noi chiamiamo il ‘semaforo’. Ci raduniamo, noi della redazione con lettori esterni e traduttori, stampiamo una cinquantina di pagine dei libri che ci sembrano degni del nostro interesse, e poi condividiamo la lettura di questa prima parte. Ciascuno di noi mette un segno, verde se il libro andrà letto per intero perché lingua e storia sin dalle prime pagine sono convincenti; giallo se la parte iniziale ha delle buone promesse ma potrebbe rivelarsi deludente, rosso se invece lingua e storia non sembrano interessanti.

Una volta selezionati i testi, procediamo alla lettura e da lì in poi ne parliamo tra noi in redazione, con uno sguardo al posizionamento del libro nel nostro catalogo. Si procede poi all’offerta, in caso di valutazione positiva, e da lì in poi ci si confronta con la valutazione del manoscritto sui mercati, e quindi al suo prezzo in termini di anticipo, e alle possibile aste sui diritti di traduzione o pubblicazione.

Quali sono le novità appena uscite per NNE e quali quelle di prossima uscita?

Pubblichiamo 20 libri all’anno, il che corrisponde a due libri al mese, visto che poi ad agosto e a dicembre non lanciamo libri sul mercato, di solito.

In gennaio 2024 abbiamo pubblicato il romanzo Crisalide di Anna Metcalfe, scrittrice selezionata dalla rivista Granta come uno dei 20 talenti inglesi dell’anno, l’ultima proposta della nostra serie le Fuggitive, i nostri libri rosa che ci stanno portando tanti nuovi lettori e lettrici. E tra pochi giorni esce Daniele Pasquini, Selvaggio Ovest, un romanzo di avventura travolgente ambientato nel western italiano della Maremma durante uno dei viaggi in Italia del Wild West Show di Buffalo Bill. Sono molto emozionata, poi, di portare in Italia, a partire da febbraio, l’autobiografia in movimento di Deborah Levy, scrittrice britannica nata in Sudafrica. Sono tre piccoli libri gioiello, che si inseriscono nei memoir femministi con richiami a Simone De Beauvoir e Marguerite Duras, e che sono ormai acclamati come caso editoriale nel mondo, con più di 500mila copie vendute. Il primo volume, il libro blu, si intitola Cose che non voglio sapere.

Se si potesse fare un feat. come accade con la musica con quale editore o editrice lo farebbe? e soprattutto per pubblicare chi e cosa?

Questa domanda è difficile! Trovo infatti che in Italia ci siano così tante realtà editoriali interessanti, per non parlare delle librerie, tutte con un progetto culturale forte, che ammiro e seguo come lettrice prima di tutto, quindi farei feat. senza sosta, e non vorrei fare nomi per non fare esclusioni di nessun tipo. Forse sarebbe più interessante che la politica culturale di questo paese se ne accorgesse, e lanciasse un feat. di promozione alla lettura con questi alleati sul territorio.

Quando nasce l’amore di Eugenia Dubini per i libri? Qual è il primo libro che ha letto?

Ho letto ogni cosa che mi passasse tra le mani fin da piccola, quindi penso sia stato un amore fin dalle medie, ma è scoppiato quando ho dovuto stare immobilizzata per un incidente in motorino per mesi. A parte le classiche prime letture come Piccole donne, Heidi o simili, anche i libri rosa della Delly sono stati tra le mie prime letture, mia nonna ne aveva una collezione. Ma quando un padre acquisito mi ha regalato Le metamorfosi di Kafka, lì qualcosa è cambiato nel mio modo di leggere.

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