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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Trattata come una schiava a 13 anni: chiuse le indagini sul patrigno

Arriva al capolinea l’inchiesta che il 18 febbraio scorso fece spalancare le porte del carcere a un 44enne residente nel Leccese. E’ accusato di maltrattamenti nei riguardi della convivente e della figlia di questa e di violenza sessuale

LECCE - Sono state chiuse le indagini preliminari nei riguardi del 44enne originario di San Pietro Vernotico (Brindisi) ma residente nel Leccese, arrestato lo scorso 18 febbraio con l’accusa di aver maltrattato la donna con cui aveva una relazione e che aveva conquistato in via epistolare mentre si trovava in carcere in Germania per uxoricidio, e la figlia all’epoca dei fatti 13enne di quest’ultima, di cui avrebbe anche abusato sessualmente.

L’atto, in cui sono contestati i reati di maltrattamenti, violenza sessuale (che ha preso il posto dell’imputazione originaria di atti sessuali con minorenne) e tentata violenza sessuale, porta la firma della sostituta procuratrice Simona Rizzo ed è stata notificata nelle scorse ore all’indagato.

Stando alle carte dell'inchiesta, dal maggio del 2020 sino al 16 novembre del 2021, le malcapitate sarebbero state prigioniere dell’uomo, costrette a vivere isolate dal resto del mondo e  impossibilitate persino a comunicare tra loro.

In una circostanza, nell’estate del 2021, quando il 44enne sorprese le due a dialogare, avrebbe picchiato la figliastra, arrivando a minacciarla con una Katana.

La bambina, in particolare, avrebbe dovuto svolgere i lavori pesanti in casa e, se non rispettava gli ordini, sarebbe stata presa a calci, pugni e schiaffi al volto, e colpita con una cinta.

Le offese e le minacce di morte sarebbero state all’ordine del giorno. Alla convivente, sarebbero state indirizzate frasi di questo tipo: “Ti faccio male senza che ti tocco e non mi faccio neanche un giorno di galera, ti devo fare impazzire, tu sei pazza, ti devi rinchiudere in un manicomio”.

Ma non finisce qui. Il 44enne avrebbe abusato della figliastra in diverse circostanze, minacciandola che se avesse raccontato qualcosa l’avrebbe portata via, e avrebbe ucciso la madre.

“La piccola era divenuta la sua compagna, dovendolo accompagnare ogni volta che usciva, portandola per le campagne anche di sera, tanto che mancavano da casa per tutta la giornata; del pari, quando rincasavano l’uomo era accorto che la bambina non comunicasse con la madre, alla quale era impedito ogni contatto, pena la violenza nei confronti di entrambe; spesso la piccola diceva alla madre: “Ti prego mamma, stai zitta se no mi uccide, non parlare perché mi uccide… se la prende con me”, si legge in uno dei passaggi dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dalla giudice Alessandra Sermarini.

Nel fascicolo d’inchiesta sono confluite la relazione redatta dallo psichiatra Domenico Suma (su incarico del Tribunale) secondo cui la minorenne - che in sede di incidente probatorio confermò le accuse - pur essendo affetta da un lieve deficit mentale, è attendibile, e la perizia sui cellulari sia dell’indagato che della parte offesa.

Durante l’interrogatorio di garanzia, il 44enne negò categoricamente di essere un mostro, sostenendo di essere lui la vera vittima delle menzogne della ex, poiché questa, a causa di una forte depressione, avrebbe trascorso le sue giornate a letto, così da doverla sostituire nel prendersi cura della bambina, come fosse sua figlia.

Dallo scorso luglio l’uomo, assistito dagli avvocati Rita Ciccarese e Francesco Calcagnile, si trova ai domiciliari con braccialetto elettronico e ora avrà venti giorni di tempo per chiedere di essere interrogato o produrre memorie difensive.

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