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Cronaca

Accorpamenti nel Capo di Leuca, assolti in tre. Tracciata nuova linea di giudizio

ssolti perché il fatto non sussiste. Una sentenza, quella emessa oggi dal giudice della seconda sezione penale Fabrizio Malagnino, destinata a tracciare una nuova importante linea di giudizio nella miriade di processo legati alle problematiche degli accorpamenti in zona agricola nel Capo di Leuca

LECCE – Assolti perché il fatto non sussiste. Una sentenza, quella emessa oggi dal giudice della seconda sezione penale Fabrizio Malagnino, destinata a tracciare una nuova importante linea di giudizio nella miriade di processo legati alle problematiche degli accorpamenti in zona agricola nel Capo di Leuca (Morciano, Patù e Castrignano). Il giudice pronunciandosi per la prima volta sulla vicenda degli accorpamenti, ha emesso sentenza di assoluzione per tutti e tre gli imputati (proprietaria, tecnico progettista e tecnico comunale) con la formula piena.

In particolare, con una pronuncia che contrasta con altre sentenze emesse dal Tribunale di Lecce, ha accolto la tesi difensiva dell’avvocato Silvio Verri (nella foto) secondo cui

FOTO AVV VERRI-2gli imputati non hanno commesso il reato di falso in atto pubblico per il solo fatto di aver richiesto un permesso di costruire e la relativa autorizzazione paesaggistica, poiché nella domanda non erano presenti dati tecnici falsi.

A processo, con l’accusa di falso, erano finiti Daria Perego, 67enne di Chiari; e Antonio Daversa, 50enne di Morciano di Leuca, quale proprietario committente e progettista. I due sono assistiti dall’avvocato Silvio Verri. A giudizio era finito anche il tecnico comunale di Morciano, Giuseppe Renna, 53enne.

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