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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Casarano

Accusato di un furto di coca viene picchiato e chiama i carabinieri: “Basta. Vi racconto tutto”

Il retroscena contenuto nell'ordinanza di custodia cautelare eseguita oggi con l'operazione "Fortezza". A dare il via alle indagini, un'aggressione avvenuta il 13 novembre del 2020 a Casarano

CASARANO - Due pugni al volto e la minaccia che avrebbe dovuto abbandonare per sempre Casarano, perché ritenuto responsabile di un furto di cocaina. Vittima della violenta aggressione, avvenuta  il 13 novembre del 2020, sarebbe stato un 30enne che fino ad allora si era prestato a spacciare marijuana e hashish per conto dell’uomo ritenuto dagli inquirenti il braccio destro di Antonio Amin Afendi, Luca Marco Franza.

Furono la chiamata al 112 e il racconto reso dal pusher ai carabinieri a consentire di ricostruire i recenti assetti criminali a Casarano, dopo l’assassinio del boss Augustino Potenza e i tentati omicidi delle due persone a lui vicine, Luigi Spennato e Afendi.

Quest’ultimo, in questo contesto di “vuoto di egemonia criminale”, dovuto anche all’assenza di Ivan Caraccio (poiché detenuto sin dal 2017), collocato dagli investigatori a capo della fazione opposta, non avrebbe perso occasione per ostentare, senza alcuna esitazione, la sua posizione di supremazia,condita di violenza fisica e minaccia con armi da taglio nei confronti anche di semplici cittadini che non gli riconoscevano tale ruolo di spessore: è descritto così, come l’alter ego di Potenza, dalla giudice per le indagini preliminari del tribunale di Lecce Giulia Proto nell’ordinanza che avrebbe dovuto essergli notificata oggi insieme ad altri 13.

Ma sfuggito alla morte nel 2019, solo cinque giorni fa, il 32enne non è riuscito a scampare alle tre pallottole che l’hanno colpito al mento, al petto e al torace, in pieno centro abitato.

Il suo assassino ha confessato poco dopo: è Lucio Sarcinella, un 28enne indicato nelle carte dell’inchiesta “Diarchia”, “vicino” al clan Montedoro, quindi del gruppo rivale a quello di Potenza.

Il movente, ossia il timore e la preoccupazione legati all’astio “inspiegabile” e alle ripetute minacce che Afendi avrebbe rivolto sia a lui che alla sua famiglia, non ha convinto la giudice Anna Paola Capano che ha definito (nell’ordinanza con cui ha disposto l’arresto in carcere) le sue dichiarazioni generiche e poco circostanziate.

Per la gip, il delitto è maturato in un contesto di elevata criminalità e, alla luce di quanto è emerso con il blitz di questa mattina, non è escluso possano esserci ulteriori colpi di scena nelle indagini sull’omicidio.

E’ doveroso precisare, tuttavia, che il nome di Sarcinella non compare nell’attuale procedimento.

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