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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Melendugno

Acqua rossa di Melendugno, sfilano in aula parti civili

S'è svolta il 2 novembre scorso la seconda udienza presso la prima sezione del Tribunale penale di Lecce del processo sulla questione dell'"acqua rossa" di Melendugno. Sentito anche un consulente

LECCE - S'è svolta il 2 novembre scorso la seconda udienza presso la prima sezione del Tribunale penale di Lecce del processo sulla questione dell'"acqua rossa" di Melendugno. Indagati sono due dirigenti dell'Acquedotto pugliese: Emilio Tarquinio, nella veste di capo compartimento Aqp fino al marzo del 2007 e Giuseppe Valentini, responsabile dell'unità territoriale di Lecce dell'Acquedotto Pugliese, a partire dall'aprile del 2007.

I reati ipotizzati dalla Procura di Lecce sono: commercio di sostanze alimentari nocive, frode nelle pubbliche forniture e nell'esercizio del commercio, perché sempre secondo. Per la Procura l'Aqp avrebbe distribuito "acque contrattualmente dichiarate potabili, ma risultate non essere tali" perché "presentavano un colore rossastro, segno di presenza di ferro in quantità superiore ai limiti consentiti."

Nel corso dell'udienza si è proceduto all'esame di Luigino Troisi, dell'Università di Lecce, consulente tecnico di parte del pubblico ministero, Maria Consolata Moschettini, e di alcune delle parti civili, tra le quali il coordinatore del Comitato no-acquarossa di Melendugno, Franco Candido, nonché all'esame di uno degli imputati, Tarquinio. Il giudice Fabrizio Malagnino ha rinviato, per la continuazione dell'istruttoria dibattimentale, all'udienza del 15 marzo 2011 per l'esame di Valentini e di tre testi dell'altro imputato. Le parti civili erano rappresentate dagli avvocati Angelo Pallara, Alberto Russi, Ester Nemola, Andrea Imbriani, Fabrizio D'Errico e Francesco D'Agata.

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