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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Appalti e corruzione, Lagioia resta in silenzio dal gip

Si è avvalso della facoltà di non rispondere l'imprenditore 34enne socio della ditta che sarebbe stata favorita nella provvisoria aggiudicazione del bando per i servizi di cartellonistica stradale

LECCE - Cinque minuti, non di più, giusto il tempo di espletare le formalità di rito. E' rimasto in silenzio Giovanni Lagioia, l'imprenditore 34enne di Trepuzzi coinvolto nello scandalo gallipolino sulla presunta turbativa d'asta per i servizi della cartellonistica stradale. Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere in occasione dell'interrogatorio di garanzia davanti al gip Andrea Lisi, che da lunedì lo ha sottoposto alla misura cautelare dell'obbligo di dimora. Su di lui pesano le accuse di turbativa d'asta, in concorso con Flavio Fasano, Gino Siciliano e Stefano Zampino, per aver tentato di alterare la regolarità delle procedure per l'assegnazione della gara d'appalto.

Lagioia è infatti socio della Cotup-Five, il consorzio che secondo il disegno del pubblico ministero Elsa valeria Mignone sarebbe stato il beneficiario dell'appalto. A questa contestazione si aggiunge quella di corruzione. L'imprenditore avrebbe infatti messo a disposizione un appartamento ed una Smart a Michela Corsi, il funzionario dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici che avrebbe sollecitato l'emissione di un provvedimento perché l'affare venisse portato a termine. Contrariamente ad gli altri indagati, Lagioia ha preferito non esprimersi sulla vicenda. Ora ha venti giorni di tempo per chiedere di essere ascoltato dal pubblico ministero oppure affidare la sua difesa ad una memoria firmata dal suo legale, l'avvocato Angelo Pallara.

Intanto si attende che gli altri personaggi illustri coinvolti nell'inchiesta chiedano la revoca della misura cautelare. Flavio Fasano e Gino Siciliano sono agli arresti domiciliari, mentre Zampino e Lagioia sono sottoposti ad obbligo di dimora nel comune di residenza.

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