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Cronaca

Auto affonda nel sottovia: rischiata una nuova tragedia

Tre giovani sono riusciti ad uscire da un'Opel Zafira rimasta bloccata nel sottopassagio allagato. Lo scorso anno, morì un 81enne. Le loro drammatiche testimonianze: "L'acqua saliva, avevamo paura"

LECCE - L'acqua saliva. "A vista d'occhio", racconta Giuseppe Sciurti. Come se qualcuno avesse tirato via un tappo. Il vecchio sottopassaggio che taglia a croce la circonvallazione, fra via del Mare e viale Leopardi s'è riempito in pochi istanti. Ancora una volta, da scivolo d'asfalto, s'è trasformato in una piscina. Complice, il maltempo imperversato su tutto il Salento. I danni già non si contano, ovunque. E quel che è peggio, a distanza di poco più di sedici mesi, nello stesso punto, altre tre persone hanno rischiato il peggio. La mattina del 21 giugno 2009, l'avvocato Carlo Andrea De Pace, 81enne, morì nella sua Alfa Romeo spider, dopo aver tentato di attraversare quella lingua ricurva d'asfalto. Annegamento, stabilì il medico legale. Come cercare di guadare un fiume formatosi laddove, da sempre, esiste una strada cittadina fra le più trafficate. S'è aperta un'inchiesta, per quel caso (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=15498). Ed un nuovo fascicolo, probabilmente, si spalancherà in Procura per questo nuovo episodio.

Giuseppe Sciurti è uno dei tre giovani che sono usciti con le proprie forze da un'Opel Zafira finita nel sottopassaggio. L'auto proveniva da viale Japigia e viaggiava in direzione di viale Leopardi. Era all'incirca mezzanotte, e stava piovendo su tutta la provincia già da diverse ore. "Siamo arrivati sotto il ponte ed abbiamo visto un po' d'acqua", spiega. "Non pensavamo fosse così tanta. E invece ci siamo trovati sommersi. Abbiamo avuto difficoltà ad aprire gli sportelli, proprio a causa della pressione - prosegue -, però ce l'abbiamo fatta. Abbiamo spinto l'auto per farla risalire, ma non ci siamo riusciti. E siamo rientrati". Un ultimo, disperato tentativo. "L'acqua, intanto, saliva a vista d'occhio. Così, abbiamo deciso di andare via. Abbiamo avuto molta paura". Alla guida c'era un'altra giovane di Lecce, Ilenia Cosma. "E' andata al pronto soccorso, per lo spavento", spiega Sciurti, mentre sta per salire in un'altra auto, guidata da un amico, per recarsi a sua volta in ospedale a trovare lei ed il compagno di quest'ultima, dopo essersi attardato sul posto. "Non c'erano vigili urbani - aggiunge -, nonostante il precedente". Il precedente, inutile dirlo, è quello che verte proprio sull'avvocato De Pace. Lui, purtroppo, non ce la fece.

Un passo indietro. Poco prima del racconto di Sciurti, la testimonianza di Massimiliano Cavalera, il compagno della ragazza che si trovava alla guida. Andato anche lui al pronto soccorso, per accompagnarla. "L'auto era un mio regalo. Aveva solo una settimana. Ora non so come fare a portare i bambini a scuola. Abbiamo due figli piccoli". Poche parole, amareggiato, prima di andarsene. Inutile dire, che in queste prime, convulse fasi, le testimonianze si accavallano. Sembra che la Zafira si sia anche mossa, nel corso dei tentativi disperati di tirarla fuori. Ma di poco. E intanto, come mare in piena, il flusso si alzava.

"Dopo meno di dieci minuti, era completamente sott'acqua". A parlare, questa volta, è ancora Sciurti. "Almeno un metro e mezzo, forse più". Fin quando ha continuato a piovere, la Zafira è rimasta letteralmente sepolta. Visibile, a stento, il tettuccio. Poi, solo dopo che il flusso è scemato, i tombini (forse intasati di detriti, ma questo è da stabilire) hanno iniziato a fare il loro dovere. Ma c'è voluto un bel po', prima che l'auto riaffiorasse. Certo è che i tre sono usciti da soli, dalla Zafira, allontanandosi prima di dover attraversare lo scivolo a nuoto. Successivamente, sono giunti gli agenti della polizia municipale per i rilievi.

Restano da chiarire molti aspetti. Il sottovia doveva essere chiuso e sorvegliato? Dopo la morte dell'81enne, fu disposto dalla Procura il sequestro con facoltà d'uso, in attesa che fossero ultimati i lavori per la messa in sicurezza (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=15603). Ora, si attende di fare chiarezza su tutto l'iter affrontato da quel giorno in poi e sulle esatte disposizioni. Secondo gli accertamenti svolti nell'arco della mattinata, tutto sarebbe imputabile alla rottura della rete fognante. Una cosa è certa: quel sottopassaggio ha rischiato, questa notte, di mietere nuove vittime.

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