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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Monteroni di Lecce

Autovelox taroccati, l'inchiesta tocca anche il Salento

Monteroni nella lista dei Comuni sotto la lente della finanza, in un'inchiesta su larga scala che vede al centro una ditta di Desenzano. Al momento non vi sono indagati. Il sindaco: "Noi, sereni"

MONTERONI DI LECCE - C'è anche Monteroni di Lecce, nella lista delle 146 amministrazioni comunali di tutta Italia finite sotto la lente d'ingrandimento della guardia di finanza della tenenza di Desenzano del Garda, coordinata dalla compagnia di Brescia, per una lunga inchiesta giudiziaria, durata diversi anni, che vede al centro una moltitudine di impianti autovelox che sarebbero risultati taroccati. Una vicenda che molti ricorderanno, anche perché di recente portata alla ribalta dalla nota trasmissione "Le Iene" di Italia 1, e che vede al centro la Garda Segnale, gestita dall'imprenditore di origine mantovana Diego Barosi, 60enne, già in passato nell'occhio del ciclone per vicende analoghe (erano gli anni '90).

Indagati, nel comune che sorge nell'hinterland di Lecce, al momento, non ce ne sono, come, ad esempio, in provincia di Taranto, dove fra Maruggio, Torricella e Leporano vi sono complessivamente sedici persone finite nel registro della Procura. Monteroni è, però, una delle tante città finite nella lista di quelle su cui si stanno svolgendo approfondimenti, secondo fonti della finanza di Desenzano. Ovvero, per capire se vi siano stati contratti firmati con l'azienda coinvolta ed eventualmente chi l'abbia posta in calce.

Il sindaco Lino Guido, contattato da LeccePrima, ha spiegato di non saperne nulla, di questa vicenda, "anche perché, se è vero che i fatti a cui si riferisce l'inchiesta sono datati nel tempo, non ero neanche sindaco; abbiamo comunque massima fiducia nell'operato dei nostri dirigenti - ha tenuto a precisare -, così come nella magistratura che dovrà svolgere gli approfondimenti". Da considerare che l'ultimo autovelox acquistato dal Comune di Monteroni, pare che risalga al 2005. E che la reazione del sindaco Guido è stata simile a quella di molti altri primi cittadini italiani, da Nord a Sud, che hanno appreso in queste ore, dalle agenzie di stampa, che il loro Comune rientra nella lunga lista diramata dalla finanza.

Ma si tratta, sostanzialmente, di estensioni, periferie di un'inchiesta in cui i tasselli principali si trovano, come detto, a Desenzano. Sigilli, infatti, all'attività del 60enne e a diversi immobili; l'uomo è incappato nella forbice di una doppia indagine, che ha visto in campo anche i militari della finanza di Sala Consilina, i quali l'anno scorso hanno accertato la contestazione illecita di qualcosa come 82mila violazioni al codice della strada, con sanzioni - evidentemente indebite - per circa 11,5 milioni di euro.

Secondo quanto emerso in sede d'indagine, dunque, il titolare della società, con una cinquantina di autovelox (soltanto due dei quali omologati), sarebbe riuscito spesso ad ottenere gli appalti con finte gare alle quali si presentavano ditte direttamente riconducibili a lui, tramite una serie di "servizi aggiuntivi". Per esempio, l'incarico retribuito di "videoterminalista" a favore di una persona designata.

Il funzionamento delle macchinette era pressappoco questo: sarebbero state riportate falsamente le matricole delle sole due apparecchiature omologate, che, quindi, sarebbero risultate presenti in più parti d'Italia, negli stessi istanti. Di più: sembra che l'imprenditore (indagato, nel filone principale, con quattro presunti complici, fra Roma, Vicenza e Verona) prendesse anche una percentuale sulle multe. Manomettendo anche gli impianti, in modo da registrare una velocità superiore del 15 per cento rispetto a quella reale.

Le denunce complessive formerebbero un piccolo esercito: 558 persone. Di queste, 367 funzionari pubblici compiacenti, che dovranno rispondere di truffa aggravata, turbativa d'asta e corruzione. E altre denunce potrebbero giungere nelle prossime ore. Le accuse, a vario titolo, per i cinque indagati principali, sono invece di associazione per delinquere, frode fiscale, falsa fatturazione, bancarotta fraudolenta. E ora, questo è certo, si prospettano migliaia di ricorsi di automobilisti defraudati.

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