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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Bufera nell'Ordine degli avvocati: si dimette il presidente Raffaele Fatano

Al vertice da tre anni, il numero uno del Foro lascia e spiega così la sua scelta: “Ho fatto il mio tempo, lascio spazio ai più giovani”

LECCE - Resta vuota un'altra poltrona nel Consiglio dell'Ordine degli avvocati. Ed è la più importante. Dopo le dimissioni di un mese fa del segretario Giulio Farachi, ora ci sono quelle del presidente Raffaele Fatano. Ieri ha lasciato il posto occupato per la prima volta (dopo vent’anni di esperienza nel Consiglio, dove ha ricoperto la carica di tesoriere e segretario) tre anni fa, dal 20 marzo 2013, quando sostituì il penalista Luigi Rella, e che gli fu confermato nelle elezioni del gennaio 2015.

Il numero uno del Foro che, affiancato dalla sua vice Roberta Altavilla, già segretario nella precedente consiliatura, ha gestito i mesi più caldi nella storia dell’avvocatura salentina, mettendosi in prima linea nella battaglia contro le disfuzioni della giustizia locale e nazionale, gestendo un lungo e faticoso sciopero (dal 18 febbraio al 4 giugno del 2014), cui fecero seguito astensioni a scacchiera, ha deciso di gettare la spugna. Manterrà le redini del Foro fino a quando i consiglieri non nomineranno un sostituto. E la scelta potrebbe esser fatta già nella riunione di mercoledì prossimo.

Che, nel frattempo, decida di ripensarci l'avvocato Fatano? Raggiunto al telefono, ha spiegato: “Ho fatto il mio tempo, lascio spazio ai più giovani”. Ma la motivazione non convince, alla luce degli ultimi accadimenti, e sembra risiedere in contrasti con alcuni consiglieri eletti nella sua stessa lista.

Non si andrà alle urne, questa al momento l'unica certezza, perché l'eventualità che si dimettano undici consiglieri (condizione necessaria per ritornare al voto) è a dir poco remota.

Ieri, i “suoi” hanno invitato il numero uno del Foro a non mollare, proprio come fecero un anno fa, quando a pochi giorni dalla formazione della squadra, Fatano rassegnò le dimissioni, invitando tutti ad una riflessione comune. Ma un mese dopo, fu rieletto in Consiglio e le cariche furono spartite equamente tra “minoranza” e “maggioranza”, perché “lavorare uniti e nello spirito della condivisione” è una condizione sulla quale Fatano non transige e che pare sia ostacolata da alcuni componenti del suo gruppo, piuttosto che tra quelli della lista opposta capeggiata dalla collega Altavilla, con la quale si è lavorato, parola del presidente, in perfetta armonia.

Del resto se qualcuno l'aveva sollecitato a lasciare le redini del Foro era stato proprio un consigliere eletto nella sua lista, Salvatore Vincenti, proprio in seguito alle dimissioni rassegnate un mese fa dal segretario Farachi (anche questi della lista Fatano) motivate con il fallimento di un progetto comune tra i due schieramenti. Il presidente ha sempre smentito una crisi interna all'organismo e respinse l'invito del collega: “In un momento di problemi gravi che l'avvocatura sta affrontando, non posso farlo. Naturalmente, nel caso in cui ci fosse una mozione di sfiducia vedremo. Il mio senso di responsabilità mi impone di andare avanti”. Le priorità per il presidente sono due: impedire che il progetto della soppressione delle Corti d'Appello di Lecce e Taranto vada in porto e risolvere una volta per tutte i problemi organizzativi dei tribunali, soprattutto quello di via Brenta. Ma nel frattempo, gli equilibri sono saltati. Oppure anche stavolta le dimissioni non sono che un monito a ritrovare la compatezza perduta.

Di più si saprà mercoledì prossimo quando il Consiglio affronterà la questione della presidenza e poi quella della segreteria, per la quale sarebbero in lizza Anna Grazia Maraschio e Vincenzo Caprioli.

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