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Sabato, 27 Aprile 2024
La tragica scoperta / Galatone

Corpo di un uomo ritrovato in mare, la svolta arriva nel corso della serata: è di un 77enne

Il ritrovamento in località La Reggia, litorale di Galatone. Inizialmente si era pensato che il cadavere potesse essere del pescatore 58enne di Porto Cesareo disperso da 17 giorni. In realtà è di uomo di Parabita. Il figlio ha anche trovato la sua auto parcheggiata nelle vicinanze

GALLIPOLI – Tramontata ormai da tempo per la famiglia la speranza di riaverlo vivo in casa, resta in piedi quella che il mare voglia almeno restituire un corpo da piangere e a cui dare una degna sepoltura, quello di Luigi Peluso, il pescatore 58enne di Porto Cesareo di cui non si hanno notizie, ormai, fin dal 5 ottobre scorso. Speranza che si è avuta, oggi, solo lo spazio di poche ore. Il cadavere rinvenuto nelle acque di località La Reggia, tratto di litorale che ricade nel territorio di Galatone, non lontano dalla Montagna Spaccata, non era il suo. Il che, purtroppo, ha finito per aprire la strada al dramma consumato da un’altra famiglia salentina. 

Si è scoperto in breve tempo, infatti, che si trattava del cadavere di un uomo quasi 77enne di Parabita, Luigi Trani, il quale nella mattinata si era recato proprio in quella zona del litorale jonico. Non rientrando a casa, la famiglia si è insospettita. Il figlio è andato così a cercarlo e ha ritrovato l’autovettura in uso al genitore, una Toyota Yaris, regolarmente parcheggiata. Ma, del padre, nessuna traccia. 

A quel punto, la denuncia di scomparsa presentata presso i carabinieri e poi subito l’invito alla famiglia a recarsi presso la camera mortuaria dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce per il riconoscimento. Qui, infatti, era stato trasportato il corpo rinvenuto in mare e che si era creduto, nei primi istanti, appartenere a Peluso. E, purtroppo, si è avuta la conferma che fosse, invece, del 77enne di Parabita.

Diversi sono stati gli elementi riscontrati fin dai primi istanti che hanno lasciato intuire che il corpo non fosse quello di Peluso. Uno di questi ha riguardato l’abbigliamento: la salma recuperata oggi, infatti, aveva indosso una maglietta bianca e un pantaloncino rosso, quest'ultimo non corrispondente a quello in uso al pescatore nel giorno della scomparsa. In tasca, poi, è stato ritrovato un telefono cellulare; inverosimile che possa essere rimasto lì chiuso per diciassette giorni, viste anche le forti correnti e le intemperie degli ultimi periodi.  Ma, più importante di tutto ciò, il fatto che il corpo sia apparso subito, a chi l’ha recuperato e a chi l’ha ispezionato, quello di un uomo deceduto di recente, non di qualcuno in acqua da ben oltre due settimane.

Ad avvistare un corpo in mare, intorno alle 12,15 di oggi, è stato un vigile del fuoco libero dal servizio che ha subito contattato i colleghi, facendo in modo che si attivasse la macchina dei soccorsi. La salma è stata così recuperata, intorno alle 13, dai militari della guardia costiera arrivati con una motovedetta e trasportata nel porto di Gallipoli, per essere poi trasferita nella camera mortuaria dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce. 

La storia di Luigi Peluso, uscito per una battuta di pesca il 5 ottobre scorso, è ormai ben nota alle cronache. La sua imbarcazione era stata trovata con il motore ancora acceso, nei pressi di località Frascone, sul litorale di Nardò. E il punto del ritrovamento odierno non dista molto: si colloca a circa una ventina di chilometri più a sud.

L’autorità giudiziaria ha avviato la procedura per l’identificazione e nel pomeriggio si è avuta la conferma definitiva che non fosse del 58enne cesarino. Conferma coincisa con la triste notizia che appartenesse, piuttosto, al 77enne parabitano. Quanto alle cause, devono essere chiarite. Escludendo del tutto l'ipotesi di un'aggressione, mancandone i segni, resta da comprendere se alla base vi sia stato un incidente fatale, come una caduta dalla scogliera, un malore, o un gesto volontario.

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