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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Copertino

Ex carabiniere ucciso: ci sono due indagati, a breve si farà l'autopsia

L'iscrizione per i genitori di una donna di San Donaci che il copertinese Nestola aveva frequentato. Gli avvisi anche a fratello e sorella della vittima, parti lese

COPERTINO – Inizia a stringersi il cerchio attorno all’omicidio di Silvano Nestola, il carabiniere in quiescenza di Copertino, ucciso la sera del 3 maggio scorso, poco prima delle 22, in contrada Tarantino, zona di campagna non lontano da San Pietro in Lama. Lì, dove vive la sorella, Nestola si era fermato a cena insieme con il figlio di 10 anni. E all’esterno, dopo essersi accomiatato, mentre stava per raggiungere la sua auto Toyota Yaris, era rimasto vittima di un agguato mortale. Sembra che, avendo giù udito spari, avesse detto al figlio di rimanere indietro. Restando così solo davanti al suo assalitore, una volta varcato il cancello.

Le prime indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo si erano indirizzate subito verso una famiglia originaria di San Donaci. Nestola, che era separato, tempo prima aveva frequentato una donna che risiede nel comune in provincia di Brindisi. E, dopo il primo sequestro di due fucili da caccia da inviare al Ris di Roma per le analisi (la sera dell’omicidio, l’ex militare è stato colpito tre volte da un’arma calibro 12, da cui sono stati esplosi almeno quattro colpi), proprio i genitori della donna sono ora formlmente iscritti nel registro degli indagati per omicidio premeditato in concorso. Si tratta di Michele Aportone, 70enne, e Rossella Manieri, di 62. 

omicidio di copertino (1)-2

A loro sono stati recapitati nelle scorse ore gli avvisi per il conferimento dell’autopsia, che avverrà venerdì e sarà affidata al medico legale Roberto Vaglio, il quale procederà il giorno stesso. L'esame necroscopico sarà utile a fini balistici per ricostruire l'ipotetica scena del delitto. Gli altri due avvisi hanno raggiunto le parti lese in questa vicenda, il fratello e la sorella di Nestola.

Diverse sono state le attività svolte dagli investigatori nei giorni successivi. Oltre alla convocazione in caserma di tre componenti di quella famiglia, al sequestro di due fucili da caccia e alle rituali attività tecniche su telefoni cellulari, anche la ricerca di altri elementi, attraverso diverse battute nelle campagne. 

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