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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Otranto

"E' giunta l'ora di approntare servizi d'accoglienza"

Il commento del sindaco di Otranto al fenomeno: "Crediamo che sia necessario organizzare sul nostro territorio un minimo di logistica per la primissima accoglienza, di concerto con la prefettura"

OTRANTO - Ieri l'arresto di due scafisti ed una cinquantina di profughi trovati stipati a bordo di una barca a vela, e condotti fino al porto di Otranto dalla guardia di finanza. Oggi, un'altra trentina di immigrati rintracciati sulla costa, a Punta Meliso, nella zona di Leuca. "Ormai il fenomeno, seppur non nella dimensione dell'emergenza, di fatto assume comunque una certa drammaticità - commenta il sindaco di Otranto, Luciano Cariddi -, viste anche le condizioni sopportate da queste persone che affrontano la traversata assiepate in piccole imbarcazioni da diporto, in numeri di circa 40-60 per viaggio, tra le quali molte donne e bambini".

"A questo punto - aggiunge il primo cittadino della Città dei Martiri - crediamo che sia necessario organizzare sul nostro territorio un minimo di logistica per la primissima accoglienza, in modo da fornire quanto meno un'ospitalità dignitosa e quei servizi sanitari, di rifocillamento e di pulizia, che in questi casi si rendono necessari. E' ovvio - prosegue - che non parliamo di riaprire un centro di accoglienza e di permanenza, ma di attrezzare degli spazi adeguati per non dover continuare a ricorrere in emergenza alle caserme delle forze dell'ordine o ai plessi scolastici con i quali si è risposto sino ad oggi".

"Anche dalle riunioni in prefettura - prosegue il sindaco - è scaturita questa disponibilità che valuteremo sulla base di un protocollo di intesa da concordare, come Comune di Otranto, insieme con prefettura, forze dell'ordine e mondo dell'associazionismo. E' evidente che sarà necessario far leva su finanziamenti che possano provenire dal ministero degli Interni, come prevede la normativa, perché i bilanci comunali, in questo periodo, conoscono ristrettezze che rendono difficile, se non impossibile, provvedere direttamente. Colgo l'occasione per lodare l'intervento fino ad ora garantito da tutti quanti, dal prefetto alle forze dell'ordine e alle associazioni, negli sbarchi registrati, che testimonia la predisposizione di questo territorio all'accoglienza e alla solidarietà".

"Queste vicende, però - conclude Cariddi -, ci costringono a ritornare su valutazioni più complesse che non attengono certamente alla sfera locale e che riguardano la politica internazionale, perché è facile immaginare, in un'area come quella del Mediterraneo, che, lì dove si vivono situazioni di disagio e di precarietà, e spesse volte di limitazione della libertà individuale, si vengano a creare dei focolai che trovano naturale sfogo nel fenomeno della migrazione che premerà puntualmente sulle nostre coste, essendo il nostro territorio crocevia di destini".

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