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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Emergenza Salento si sgancia dalla polemica: “Tutto regolare, licenziamenti necessari”

L'associazione di volontariato sgombra il campo dai dubbi. "Operiamo in convezione, ambulanze in regola, 6 dipendenti a casa per garantire la sopravvivenza". E lancia un appello: "Collaboriamo sul problema internalizzazione"

LECCE – L’associazione di volontariato “Emergenza Salento” che si occupa del servizio emergenza – urgenza 118, vuole sgombrare il campo dai dubbi che l’hanno investita rispetto al licenziamento di alcuni dipendenti. E lo fa con una nota firmata dallo stesso presidente Giovanni Tritto che pubblichiamo integralmente.

“Emergenza Salento, insieme a tutte le altre associazioni della provincia di Lecce, ha in essere una convenzione con la Asl datata 1° marzo 2003, numero 135 di repertorio, rinnovata il 9 marzo 2006 con deliberazione Asl numero 825. Non si è a conoscenza di ulteriori documenti relativi. Con la prima delibera si pattuiva un rimborso di 16 mila euro per le ambulanze di tipo B e di 19 mila euro per le ambulanze di tipo A.

Quest’associazione, successivamente, ha fornito solo ambulanze di tipo A, senza mai chiedere alcuna integrazione economica, seppur prevista. E tutto ciò in spirito di collaborazione nei confronti dell’Asl di Lecce, per la quale si è lavorato con estremo entusiasmo e diligenza.

Con tale seconda delibera di proroga, invece, si decurtava il rimborso dovuto e pattuito alle associazioni da 16 mila + 7 mila euro per la copertura infermieristica, a 15 mila e 600 euro. Tale convenzione non prevedeva nessun tipo di vincolo in relazione all’assunzione di dipendenti.

Emergenza Salento, in vista di una probabile internalizzazione dei dipendenti, prendeva l’infelice decisione di assumerne 4 prima dell’11 aprile 2010, uno il 1° novembre 2010 ed un altro ancora il 1° marzo 2012.

L’idea si rivelava disastrosa dal punto di vista finanziario, tanto che l’associazione ben presto si trovò a navigare in cattive acque, dovendo provvedere in toto ai dipendenti, ed altresì (unica associazione a farlo), alle spese di fitto per la sede, luce, telefono, riscaldamento, nonché di manutenzione mezzi e acquisto di nuovi mezzi, divise, costose attrezzature sanitarie e via dicendo. Finché è stato possibile si è tirato avanti con gravi stenti e sacrifici, ma l’essere stati esclusi dal nuovo bando del 23 dicembre 2012, ingiustamente peggiorava la situazione, costringendo l’associazione alla dolorosa decisione di licenziare tutti i dipendenti per garantire la sua stessa sopravvivenza. Solo tre dei sei licenziati hanno promosso ricorso in giudizio, mentre gli altri tre hanno presentato domanda di rientro nel ruolo di volontari, consapevoli della legittimità e della necessità, da parte dell’associazione, si procedere alla cessazione di tutti i rapporti di lavoro subordinato al fine di proseguire con l’attività.

Con ordinanze del Tribunale di Lecce, sezione lavoro, del 27 novembre 2012, 10 dicembre 2012 e 20 dicembre 2012, i resistenti si vedevano rigettato il ricorso per il reintegro sul posto di lavoro. I tre giudici, infatti, ritenevano legittimo il licenziamento.

Pertanto non si vede la ragione di tanto accanimento nei confronti di quest’associazione, se non per motivi di mera propaganda. Per ciò che riguarda le ambulanze, quest’associazione di ritiene in regola sia dal punto di vista effettivo che da quello documentale e, per quanto concerne le affermazioni non veritiere, si provvederà attraverso il nostro studio legale.

Preme, infatti, rilevare che la tanto invocata delibera della giunta regionale numero 1171 del 1° luglio 2008, riguardava solo i gruppi ammessi nel bando. Coloro che, invece, sono rimasti in regime prorogatio, conservano gli stessi criteri contrattuali preesistenti.

Per questi motivi sarebbe il caso di fare meno chiasso e badare più alla sostanza, e magari, con la nostra solidarietà concreta e fattiva, risolvere i problemi dell’internalizzazione che, sicuramente, sono più costosi per la Asl, ma risolverebbero i problemi sia dei lavoratori che dei volontari che operano con abnegazione all’interno del sistema. 

Non risponderemo più alle sterili ed offensive polemiche. Ci aspettiamo, invece, una richiesta di collaborazione più concreta ed operativa per la soluzione del problema. Ove, invece, si continuerà a mettere in dubbio l’onestà dei comportamenti di questa associazione, a rispondere sarà il nostro studio legale in sedi diverse”. 

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