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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Evade dal carcere, rapine a catena: preso un latitante

Giuseppe Manna, pregiudicato 40enne leccese è stato arrestato dagli agenti di polizia della squadra mobile. Dopo un permesso, non era più rientrato. Avrebbe fatto colpi nel Salento e nel Nord Italia

LECCE - Rapine su rapine. Col taglierino. La sua arma favorita. Una di quelle che permettono di entrare nella banche senza che il metal-detector inneschi l'allarme. Ne avrebbe compiuti un bel po' di colpi ai danni degli istituti di credito, Giuseppe Manna, 44 anni, leccese, negli ultimi tempi con più di una dimora, soprattutto nell'hinterland del capoluogo salentino, a Lizzanello, l'ultima a San Cesario di Lecce, in pieno centro, scelta quest'ultima come base della sua latitanza e dove questa mattina è stato arrestato dagli agenti della squadra mobile della questura di Lecce, diretti da Michele Abbenante, con l'accusa di rapina aggravata continuata, oltre che per evasione, ovviamente.

Manna risultava latitante dal 27 dicembre scorso. Detenuto nel carcere di Taranto dove stava scontando una pena definiva, gli era stato concesso un permesso per fare ritorno a casa, la vigilia di Natale, ma poi, in cella non c'era più tornato. E la polizia non esclude - le indagini sono tuttora in corso - che durante questo periodo di latitanza l'uomo abbia potuto compiere altre rapine, sempre in provincia di Lecce, di cui due date per certe.

Per lui gli inquirenti sono pressoché certi della paternità di due colpi recentemente compiuti lo stesso giorno, il 31 gennaio scorso, ad altrettante banche, ai danni della Bnl di Galatina e alla Bpp di Aradeo, come d'altronde confermano le ordinanze di custodia cautelare emesse dalla Procura leccese. In queste due occasioni, secondo gli investigatori, l'uomo avrebbe agito col supporto di un complice, ma spesso preferiva muoversi da solo.

E sempre nel periodo di latitanza, tra gennaio e febbraio scorso, altre rapine in trasferta le avrebbe messe a segno (una solo tentata), in tre distinti istituti di credito, ma questa volta a Mantova, alla Credim, alla Cariparma di Parma (di questa la Procura della città emiliana n'è convinta, avendo emesso nei suoi confronti un'altra ordinanza di custodia cautelare) e alla Banca dell'Adriatico, a Pesaro. E le trasferte dal Salento al Nord Italia, le avrebbe compiute a bordo di un'auto, ma che non era di sua proprietà.

Hanno contribuito al suo arresto anche le immagini registrate, poi al vaglio della polizia, dei sistemi di vigilanza collocati all'interno delle agenzie di credito. Soprattutto al Nord, l'uomo avrebbe compiuto i colpi a volto scoperto, nel Salento, invece, coprendosi il capo con un semplice cappellino e confidando nella sua lunga barba.

"E' stata un'attività investigativa svolta dalla polizia con tenacia e intuizioni felici - ha tenuto a dire il questore Antonio Cufalo durante la conferenza stampa tenuta questa mattina nella sede della questura di viale Otranto - attraverso metodi investigativi classici, che poi sono quelli che alla fine ripagano del lavoro, con pedinamenti, appostamenti, con osservazione scrupolosa dei soggetti vicini al latitante. Tutto questo ha portato alla cattura di Manna questa mattina a San Cesario. Si è trattato per noi di un'perazione significativa, dal momento che purtroppo abbiamo registrato negli ultimi mesi un aumento delle rapine".

La cattura del 44enne, come detto, stamani a San Cesario. L'uomo è stato bloccato dagli uomini della mobile mentre stava per uscire da casa, dove viveva da solo, quando ormai era per strada. Che quella fosse la sua momentanea residenza, la polizia ha avuto la certezza ieri e dal quel momento l'attenzione nei suoi confronti non è mai cessata. Manna non ha fatto resistenza. Ammanettato, è stato accompagnato nella questura di Lecce.

Nella sua abitazione, che aveva preso in affitto (il proprietario è un incensurato, ma anche per questa circostanza le indagini sono in corso), i poliziotti hanno trovato un coltello, un taglierino i guanti in lattice. Manna è difeso dall'avvocato Pantaleo Cannoletta.

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