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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Litorale

Inferno a San Cataldo: fiamme su abitazioni e auto, bagnanti in fuga. Evacuata la marina

Maxi roghi, appiccati in quattro punti e divampati intorno all’ora di pranzo, hanno divorato circa dieci ettari di macchia mediterranea e pineta, quasi del tutto distrutta. L'invito alla cittadinanza: disattivare luce e gas, abbandonare le case ed evitare di dirigersi verso la località adriatica

SAN CATALDO (Lecce/Vernole) – Doloroso e doloso. Un Inferno di fuoco nella natura già provata, piegata dagli incendi passati. Come accaduto nelle ultime ore in Grecia, le fiamme hanno raggiunto proporzioni preoccupanti, tanto da richiedere l’evacuazione del centro abitato di San Cataldo, la marina di Lecce, uno dei punti sensibili del Salento e con un’alta incidenza del tragico fenomeno estivo.

Quattro sono divampati sul litorale – tra Zona Campo Verde (nel territorio di Vernole) e Villaggio Adriatico-, ingoiando porzioni di macchia mediterranea, superficie boschiva e lambendo le case. La regia sarebbe stata unica, appiccando il fuoco in quattro punti distinti e distanti della frazione, proprio per generare panico e caos. Nessun dubbio sulla mano dell'uomo: qualcuno deve aver desiderato provocare un incubo. Le avvisaglie pare fossero presenti sin da ieri, quando a forze dell'ordine e 115 sarebbero giunte segnalazioni su principi di incendio in quegli stessi punti. Non è escluso che fossero in corso delle "prove" da parte dei responsabili.

Turisti in fuga, danni ambientali, conseguenze ad autovetture e immobili. Circa dieci ettari di piante officinali ed erbe aromatiche, a ridosso del litorale adriatico, da oggi non esistono più. Cancellate. Sorte analoga per una pineta, quasi del tutto ingoiata dalle lingue di fuoco. Un centinaio di bagnanti, sulla scorta delle indicazioni della guardia costiera, ha lasciato immediatamente la vicina spiaggia davanti alla colonna di fumo che ha invaso il cielo, rendendo l’aria irrespirabile. Mentre alcune delle vetture parcheggiate sul litorale sono state intaccate dal rogo e distrutte.

Le fiamme - hanno fatto sapere dall’Arif, l’Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali - si sono propagate fino alle abitazioni. Alcune sono state colpite direttamente dal fuoco, altre sono state "curate" per tempo. I residenti e i cittadini in villeggiatura sono stati da subito invitati ad abbandonare gli edifici, dopo aver disattivato l’erogazione della corrente elettrica, della fornitura di gas e chiuso porte e finestre. Alcuni tra loro hanno cercato di fornire supporto utilizzando gli idranti del giardino per domare l’incendio. Altri edifici sono stati sgomberati con non poche difficoltà, vista la resistenza di coloro che non ne volevano sapere di lasciare la propria abitazione. Ma ciò non è servito a risparmiare gazebo, cucine esterne, arredi da giardino: tutto ingurgitato dalle fiamme. Diversi gli anziani costretti alle cure degli operatori sanitari, perchè a rischio malore e intossicazioni.

San Cataldo: vigili del fuoco, volontari, mezzi aerei per domare le fiamme

Decine di squadre tra vigili del fuoco, protezione civile, carabinieri forestali, Arif, polizia locale e volontari - accorsi con almeno quindici mezzi - hanno prelevato e allontanato dagli appartamenti le bombole contenenti Gpl, per scongiurare  il pericolo di esplosioni. Alle operazioni di soccorso hanno partecipato anche donne e uomini dell'Esercito Italiano.

Complici le raffiche del vento da Sud, tenere a bada la furia del fuoco si è rivelato davvero complesso. In attesa dell’arrivo di Canadair e altri mezzi aerei del 115, giunti poco dopo, dal comando della polizia locale leccese è arrivata la raccomandazione urgente: per facilitare le operazioni di spegnimento e consentire che queste fossero svolte nella massima sicurezza, i residenti hanno dovuto abbandonare la marina.

Il video: le fiamme anneriscono il cielo su San Cataldo

L’invito diramato è stato quello di evitare di dirigersi verso la costa per non occupare la strada provinciale 364, all'altezza dello svincolo per San Foca, arteria indispensabile ai soccorsi per raggiungere San Cataldo. La via è stata poi riaperta nel tardo pomeriggio: la normalità non è stata ancora ripristinata, ma l'intensità del fuoco ha concesso un po' di tregua. Durante le ore dell'intervento, oltre ai tendoni della Croce Rossa Italiana, sono stati allestiti punti di ritrovo e disposte delle corse straordinarie dei mezzi pubblici della Sgm, per allontanare i cittadini dal luogo del disastro. Il comandante provinciale del 115 è stato costretto a richiamare tutto il personale in servizio: turni raddoppiati in vista dell'emergenza e rientro immediato dei dipendenti. Due botti d'acqua sono state inviate nel Salento da Francavilla Fontana e da Taranto.

In quegli stessi istanti, inoltre, un altro vasto incendio è scoppiato anche a Lecce. Un secondo rogo piuttosto esteso - nella zona di via Ada Cudazzo, non lontano dal Poligono di tiro e dall'ospedale "Vito Fazzi" - ha messo in difficoltà il comando provinciale dei pompieri. Con le squadre impegnate a fronteggiare il fuoco nella marina (e altri focolai segnalati in tutta la provincia), i "caschi rossi" sono stati costretti a gestire anche questa seconda emergenza. Questa è rientrata  nel giro di un'ora, anche col supporto dei residenti, i quali hanno contribuito a domare l'incendio gettando acqua con mezzi di fortuna. Il tutto, fortunatamente, senza conseguenze. Al contrario di quelle registrate sul litorale: dopo ore di intervento, arriverà il doloroso momento della conta dei danni. Materiali e ambientali.

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