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Cronaca

Inchiesta sanità: arrestati Frisullo e dirigenti Asl

Terremoto nell'ambito dell'indagine avviata sulla scorta delle dichiarazioni di Tarantini. In carcere l'ex vicepresidente della Regione. Altri ordini di custodia per un primario e due dirigenti

LECCE - La stretta finale all'inchiesta arriva di prima mattina, quando per Sandro Frisullo si spalancano le porte del carcere. Altri tre indagati vengono raggiunti negli stessi minuti dalla guardia di finanza. Un medico, due dirigenti dell'Asl. Ed è terremoto politico, nel pieno di una campagna elettorale già rosa da attacchi al vetriolo fra le parti, in cui proprio sul tema della sanità si gioca la partita più delicata. E sulla testa di Frisullo, leccese, esponente di spicco del Partito democratico pugliese, ora pende la scure della Procura di Bari.

Le contestazioni riguardano il periodo in cui era vicepresidente della Regione Puglia, carica da cui s'è dimesso quando sono arrivate le prime avvisaglie di un'indagine che già iniziava a scavare nel torbido. Sesso e soldi, in cambio di favori. Quando l'imprenditore Giampaolo Tarantini (già indagato con il fratello Claudio Tarantini, entrambi amministratori della Tecno Hospital Srl) ha vuotato il sacco, si sono accavallati nomi e situazioni. Nottate con le escort e altri privilegi, in cambio di agganci per vincere gli appalti dell'Asl di Lecce, nella fornitura di protesi e materiale sanitario in genere. E' quanto contestano i magistrati Ciro Angelillis, Eugenia Pontassuglia e Giuseppe Scelsi. E nell'occhio del ciclone finiscono anche pezzi da novanta della sanità locale. Il primario di neurochirurgia del "Vito Fazzi" Antonio Montinaro, il direttore amministrativo dell'Azienda sanitaria Vincenzo Valente ed il funzionario dell'area gestione del patrimonio Roberto Andrioli. Valente, come Frisullo, è destinatario di un'ordinanza cautelare in carcere, mentre Montinaro e Andrioli sono ristretti ai domiciliari. Valente, a causa di un malore, è stato condotto in ospedale.

Le ordinanze sono state eseguite dai militari del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Bari. E non ci sono soltanto le confidenze di Tarantini. Spiega la Procura barese che i gravi indizi si fondano su intercettazioni telefoniche ed ambientali, sulla disamina della documentazione acquisita presso aziende sanitarie e strutture ospedaliere, sull'ascolto di numerose persone che conoscerebbero le trame del gioco. I reati la cui sussistenza è stata riconosciuta dal gip sono associazione per delinquere finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione e contro la fede pubblica. Nello specifico, le contestazioni riguardano la gestione delle gare e delle trattative per l'acquisto di attrezzature sanitarie e strumentari chirurgici, ma anche per l'affidamento dei servizi nell'ambito delle strutture sanitarie. Una gestione, dicono i magistrati, attuata avvantaggiando le società dei fratelli Tarantini.

Altro capo d'imputazione, turbativa d'asta. Il gip, firmando l'ordinanza di custodia cautelare, ha riconosciuto che l'ex vicepresidente si sarebbe adoperato per accreditare i fratelli Tarantini e far ottenere le aziende a loro riconducibili commesse in cambio del pagamento di somme di denaro in contanti, favori di natura sessuale e altri vantaggi. Ad esempio, l'uso di autovettura ed autista, ma anche acquisiti presso esercizi commerciali, persino servizi di pulizie in casa. Nella fattispecie, di associazione per delinquere e turbativa d'asta rispondono i fratelli Tarantini, Frisullo e Valente; Giampaolo Tarantini è accusato anche di corruzione, stesso capo d'imputazione contestato a Frisullo, Montinaro e ad un altro indagato, Domenico Marzocca, di Bari, legale rappresentante della Prodeo Spa; di sola turbativa di libertà d'incanti per un episodio del 2007, riguardante una fornitura di materiale sanitario, sono accusati Andrioli e Montinaro; Valente sarà chiamato a difendersi anche di abuso d'ufficio.

Arresti eccellenti, tensione nel mondo politico

Palpabile la tensione, negli ambienti politici, dopo questa svolta decisa e forse decisiva nell'inchiesta. Teresa Bellanova, deputata del Pd, si dice fiduciosa "nel lavoro della magistratura, ed esprime, comunque, "tutta la solidarietà che ritengo dovuta ad ogni essere umano che attraversa un momento così drammatico della propria esistenza, a maggior ragione quando ad essere colpito dal dramma è una persona come Sandro, che per me è prima di tutto un amico, oltre ad essere un compagno di anni di impegno politico. Il sentimento che provo in questo momento è di pura sofferenza personale. Sofferenza che fa passare in secondo piano tutto il resto e che consegna interamente il mio cuore alla speranza. La speranza - conclude Teresa Bellanova - che tutto ciò si riveli per Sandro solo un terribile incubo".

Nicola Cesaria, segretario regionale di Prc, ricorda che "il rispetto della presunzione d'innocenza è identica sia nel caso che l'indagato sia il presidente del Consiglio, sia nel caso che sia un esponente della centrosinistra. Allo stesso tempo il caso Frisullo è un sintomo di un male radicato nella nostra regione: il rapporto fra affari e politica. Indipendentemente dall'esito giudiziario - rileva Cesaria - riteniamo che la prossima giunta regionale, qualunque essa sia, debba far tesoro di queste tristi vicende". Secondo il segretario "è reale e urgente la necessità di stabilire regole severe e maggiori controlli sui rapporti tra i rappresentanti delle istituzioni politiche e il mondo dell'imprenditoria in Puglia. Una necessità che il Prc ha sempre sostenuto e che si impegna a sostenere in futuro".

Stupito si dice invece il segretario provinciale del Pd, Salvatore Capone, che rileva qualche "perplessità", per "eventi riguardanti indagini che vanno avanti da mesi e mesi, ma che producono effetti solo a pochi giorni dalle elezioni regionali. Stupisce anche il ricorso a provvedimenti restrittivi di tale portata, ma confidiamo pienamente nella magistratura. L'esortazione che rivolgiamo alle Istituzioni preposte è di procedere con la massima sollecitudine all'accertamento della verità, onde evitare possibili strumentalizzazioni del loro lavoro, e con la speranza che si possano rilevare infondate le accuse mosse nei confronti di Sandro Frisullo". Salvatore Capone ricorda anche che "proprio in nome delle condivisione di tale convinzione, all'epoca, al solo manifestarsi dell'eventualità di indagini che lo riguardassero, Sandro ha prontamente provveduto a dimettersi dal suo incarico in Giunta regionale e che, da allora, ha responsabilmente scelto di tenersi lontano da ogni attività politica. Al contrario di quanto avvenne invece per quel quarto della Giunta Fitto, che invece attese l'arresto per lasciare coattivamente le proprie poltrone".

E' invece caustica la senatrice Adriana Poli Bortone, candidata alla presidenza Io Sud, Udc e Mpa, "Troppo rapidamente Nichi Vendola ha creduto di essersi liberato del fardello scomodo dei suoi cinque anni di gestione della sanità regionale: non può bastare aver allontanato qualche presunto responsabile diretto per consentirgli di proporsi immacolato davanti agli elettori", dichiara. "Quello che a me appare evidente è l'assenza di un sia pur minimo proposito da parte del centrosinistra e del centrodestra regionale di fare chiarezza sul malaffare che è ruotato e probabilmente ruota ancora intorno alla sanità. Pd e Pdl - prosegue la senatrice - in questa campagna elettorale non si sono neppure sfiorati sul tema, tanto che la polemica più vibrante che si è sentita è quella relativa alle liste di attesa che il governatore uscente dice di aver già abbattuto e l'altro dice che azzererà con la bacchetta magica: peccato che la sostanza dei problemi che investono il settore, che lo affogano negli sprechi e nella cattiva gestione siano altrove".

E una voce si alza anche dall'attuale vicepresidente della Regione Puglia, Loredana Capone, la quale si aura che "Frisullo possa motivare, nei tempi più brevi possibili, le sue ragioni e possa uscirne pulito e innocente, anche perché non c´è stato ancora un processo". Loredana Capone, nel contempo, non manca di esprimere "qualche perplessità sulla tempistica del provvedimento a pochi giorni dalle elezioni", e ricorda "il gesto coraggioso del presidente Vendola e dello stesso Sandro Frisullo, compiuto a luglio, all´avanzare delle cronache giudiziarie, per evitare che qualsiasi ombra scalfisse l´Istituzione Regione. Quella scelta - commenta -, dimostrando il non attaccamento alla poltrona e al potere, da un lato apre il cuore e dà fiducia all´azione della magistratura, dall´altro segna la speranza che Sandro Frisullo possa dimostrare la sua innocenza".

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