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Cronaca

Bacio lesbo: un incontro tra comandante, assessore e associazioni per chiudere il cerchio

Due esponenti delle associazioni Lea e Agedo si sono recate presso il comando di polizia locale per fare chiarezza su quanto accaduto presso il Parco dei bambini, dove due ragazze sarebbero state allontanate perché intente in dolci effusioni

LECCE – Un incontro tra il comandante della polizia locale, l’assessore Luca Pasqualini e le associazioni per dirimere una questione che pare aver avuto una eco eccessiva rispetto a quanto effettivamente accaduto. Sabato, innanzitutto, e non domenica come riportato nel flipper mediatico che ha portato la vicenda alla ribalta nazionale: il presunto allontanamento da un parco per bimbi di due ragazze che si stavano baciando.

Per le due giovani coinvolte si è trattato di un comportamento intriso di omofobia, per la polizia locale, invece, si è trattato di “tanto rumore per nulla”: con un comunicato il comando ha respinto oggi qualsiasi intenzione discriminatoria nell’intervento dei suoi agenti presso l’area di viale Giovanni Paolo II, dove già si trovavano per attività ordinaria.

La loro attenzione è stata richiamata da una madre a cui probabilmente era parso inopportuno che due ragazze si stessero baciando davanti a dei bambini. Ma gli agenti, ribadisce la nota stampa, avrebbero semplicemente rivolto un invito fatto molte altre volte, nei più disparati luoghi pubblici e di passaggio a non stare distesi sulle panchine, sui gradini delle scalinate, nel caso del parco lungo il cordolo – panchina attorno al quale scorrazzano i più piccoli.

“E’ possibile – recita il comunicato - che le giovani protagoniste della vicenda non abbiano gradito la pur garbata intrusione degli agenti, e che, per ragioni che, evidentemente, vanno aldilà del breve dialogo avuto con loro, abbiano vissuto quell’invito come un oltraggio meritevole di una pubblica denuncia. Purtroppo ciò significa che si sono sentite colpite perché omosessuali, e in quanto tali, vittime di un pregiudizio. E di questo ce ne dogliamo. Auspichiamo che venga presto il tempo in cui un simile episodio non susciti clamore, non urti la suscettibilità di nessuno e che ‘i passanti che passano’ non segnino a dito i ragazzi che si amano, per dirla con le parole del poeta Prevet”.

Intanto questa mattina Gaia Barletta e Gianfranca Saracino delle associazioni Lea – Liberamente e Apertamente – e Agedo, che raduna genitori, parenti e amici di persone omosessuali, si sono recate presso gli uffici della polizia locale in viale Rossini per chiedere chiarimenti: i funzionari hanno confermato l’intervento, specificando che è avvenuto sabato e non domenica, e hanno suggerito di formulare una richiesta di accesso agli atti in modo da prendere visione della relazione di servizio stilata quando la vicenda ha assunto una dimensione pubblica.

Barletta e Saracino hanno sottolineato, comunque, quanto “episodi di omofobia e di discriminazione non siano ormai più accettabili nella nostra società e che i tempi siano ormai maturi per proporre al sindaco una formazione dell’intero corpo dei dipendenti comunali su queste tematiche, per  acquisire  linee guida di un comportamento corretto e rispettoso nei confronti delle persone lgbt, anche per non incorrere in atteggiamenti che, sia pur inconsapevolmente, violino la dignità delle persone” . E su questa direzione, quindi, che l’incontro previsto per lunedì potrebbe avviarsi su un percorso di conciliazione. Del resto, il problema del linguaggio e del comportamento nei confronti delle persone omossessuali e comunque difformi da quello etero è molto avvertito anche nel mondo del giornalismo. Aggiornarsi fa sempre bene, in linea con le evoluzioni della società.

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