Appostamenti e minacce all’ex moglie: sei mesi a un agente della penitenziaria

LECCE – Riconosciute le attenuanti generiche, è stato condannato a sei mesi e al risarcimento dei danni, in via equitativa, di 3mila euro (più alla refusione delle spese di lite per l’azione civile intentata), l’agente della polizia penitenziaria originario dell’area della Grecìa Salentina che nel settembre del 2019 fu addirittura arrestato con l’accusa di atti persecutori nei confronti della ex moglie. Nella circostanza, fu posto ai domiciliari e gli fu ritirata in via cautelativa la pistola d’ordinanza.

Così ha deciso la giudice Elena Coppola della prima sezione penale del Tribunale di Lecce, nella sentenza emessa ieri mattina. La pena, per l’uomo, oggi 53enne, è sospesa in subordine al risarcimento del danno entro novanta giorni dal passaggio in giudicato della sentenza.

Si tratta di una vicenda piuttosto datata. La coppia si sposò nel 2009 ed ebbe dei figli, ma la convivenza fu interrotta cinque anni più tardi per volontà della donna, per via di un carattere ritenuto aggressivo.

Subito dopo la separazione, si sarebbe così arrivati alle minacce di morte e alle espressioni ingiuriose, come “sei una madre snaturata e una morta di fame”, le quali sarebbero state proferite persino alla presenza dei figli, peraltro all’epoca ancora minorenni. A questo, si sarebbero aggiunti anche appostamenti in auto nei pressi della nuova abitazione della donna, per controllarla, secondo uno schema tipico dello stalking. Il che le avrebbe procurato un perdurante stato d’ansia.

L’imputato è difeso dall’avvocato Diego Cisternino, la donna si è costituita parte civile con l’avvocato Francesco Vergine. Le motivazioni saranno depositate entro novanta giorni.

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