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Cronaca

Cocaina e pistola, per il gip “altissimo il rischio di recidiva”: Corlianò resta in cella

Convalidato l'arresto del leccese, eseguito dai carabinieri di Santa Rosa. Lui si è difeso spiegando di custodire la droga per conto terzi, ma la versione è apparsa poco credibile

LECCE – Una pistola a portata di mano – praticamente ci dormiva accanto – e quasi mezzo chilo di cocaina. A monte, precedenti non da poco, visto nell’ultimo processo che l’ha visto coinvolto, nel febbraio dell’anno scorso, ha subito una condanna a diciotto anni di reclusione (si è comunque ancora al primo grado di giudizio).

Un quadro sufficientemente chiaro per spingere il giudice per le indagini preliminari Angelo Zizzari a dichiarare “altissimo il rischio di recidiva”. Ed è per questo motivo che Davide Corlianò, 43 anni da compiere a giugno, deve restare in carcere. Per il giudice, infatti, l’uomo potrebbe essere inserito a pieno titolo in un circuito criminale e altre misure cautelari rischierebbero di essere inadeguate a controllarne i movimenti.

Fermato in un bar, poi perquisita la casa

Corlianò, leccese, è stato arrestato nel pomeriggio del 26 marzo scorso dai carabinieri della stazione di Santa Rosa. In quel quartiere ci abita, condividendo l’appartamento con la madre, ed è qui che i militari intendevano cercare quanto già sospettavano avesse nella sua disponibilità. Così, l’hanno fermato mentre stava facendo un aperitivo in un bar di piazza Indipendenza, dopo aver riconosciuto la sua autovettura e, dopo una prima perquisizione personale, risultata negativa, gli hanno riferito che dovevano andare in casa sua per un sopralluogo. Corlianò ha capito subito che la situazione si sarebbe messa molto male e non ha battuto ciglio. Tanto che, accompagnati i militari in casa, ha collaborato, consegnando cocaina e arma.

Nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto ieri, difeso dall’avvocato Francesco Fasano, l’indagato non ha potuto fare altro che confermare gli addebiti, pur sottolineando come detenesse la droga per conto di terzi, per necessità economiche, senza però indicare nomi. Una versione, per il gip, ben poco convincente. Tutto lascia presagire, piuttosto, l’esistenza di un’attività molto ben avviata in contesti di criminalità locale, nell’abito di quei traffici di stupefacenti di cui, come si evince anche dalle “gesta” passate, Corlianò sembra tutt’altro che avulso.

La pistola accanto al letto

Il giorno dell’arresto, ai militari della stazione di Santa Rosa, l’uomo ha consegnato poco più di 483 grammi di cocaina, che custodiva in camera da letto, dentro una scatola di alluminio. Era suddivisa fra un pezzo unico e altri frammenti in una busta di cellophane, per 460 grammi, e il resto in una bustina per alimenti. Allo stesso modo, ha indicato la presenza di una pistola calibro 7.65, con matricola abrasa, completa di serbatoio e sei proiettili, tra due cuscini su una sedia riposta proprio accanto al letto. E i carabinieri l’hanno sequestrata, insieme con 1.970 euro, in banconote di vari tagli, che aveva nel portafogli.

Nel corso delle perquisizioni, i militari diretti dal luogotenente Damiano Pascali hanno reperito anche 744 grammi di sostanza da taglio, materiale per il confezionamento, bilancino e ben nove telefoni cellulari. Questi ultimi, come sempre avviene in questi casi, potrebbero tornare utili a tracciare contatti e movimenti.

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