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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

"Legata, presa a botte e quasi violentata". A giudizio

Un 32enne di Corigliano d'Otranto è stato rinviato a giudizio dal gip Nicola Lariccia. La vienda risale all'inizio del 2009. L'uomo avrebbe fatto allontanare i figli, per tentare di abusare della ex

LECCE - Legata, picchiata e costretta a subire più volte un tentativo di violenza sessuale, trascinata persino senza vestiti in auto. Una vicenda dai contorni drammatici, tutta da appurare, e per la quale questa mattina un 32enne di Corigliano d'Otranto è stato rinviato a giudizio dal gip Nicola Lariccia. Il fascicolo è in mano al pubblico ministero Giuseppe Capoccia. Secondo la ricostruzione dei fatti, contestata in buona parte dall'avvocato difensore dell'uomo, Elio Maggio del foro di Lecce, il 18 gennaio 2009 il 32enne si sarebbe recato nell'abitazione dell'ex compagna, un tempo loro casa coniugale, a Cutrofiano, forse per un chiarimento su diverse cose, che, secondo le accuse, si sarebbe trasformato in una storia da "Arancia Meccanica".

L'uomo, con una scusa, avrebbe fatto allontanare da casa i figli, a quanto pare dicendogli di andare in chiesa, per poi restare da solo con la donna, farla alzare di forza dal letto (i fatti sarebbero avvenuti intorno alle 8 del mattino) e usare la cintura di un accappatoio per legarla ad un termosifone e prenderla a botte. Dopodiché, vi sarebbero stati anche tentativi di violenza sessuale. Lei, però, si sarebbe divincolata, scappando, per poi essere nuovamente raggiunta, condotta sul terrazzo e, con la stessa cintura, legata ad un palo usato per stendere i fili della biancheria. Qui, ancora un tentativo di violenza sessuale. Non andata in porto, però, nel momento in cui i figli sarebbero rientrati a casa.

Sentendo dall'alto le loro voci, l'uomo avrebbe chiuso velocemente alle sue spalle la porta del terrazzo, per scendere. E qui la vicenda si fa dai contorni fumosi. La donna, in qualche modo, si sarebbe liberata per scendere giù, sarebbe stata fatta salire in quelle condizioni in auto e condotta, con i figli al seguito, fino a Corigliano. Ma una volta giunta qui, si sarebbe fatta riaccompagnare a casa. L'avvocato Maggio, però, contesta il fatto che secondo il suocero, la donna sarebbe arrivata a Corigliano normalmente vestita e che avrebbero pranzato. Il 32enne risponde di tentata violenza, sequestro di persona, maltrattamenti in famiglia e lesioni aggravate. Avrebbe subito bruciature con una sigaretta.

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