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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Maltempo killer, due morti: in un'auto e nell'ascensore

Un 81enne di Lecce ed una 63enne di Cavallino sono le vittime del violento temporale che si è abbattuto sul Salento questa mattina. Sono decine le persone salvate dalle auto intrappolate nell'acqua

L'Apocalisse ha un colore. Le stesse sfumature di grigio piombo dell'ammasso denso di nubi che accoglie i leccesi all'alba di una domenica carica di elettricità. Il torpore del week-end scorre via in pochi attimi, fra scariche che producono il fragore di mortai. Chi si avventura fuori deve avere un motivo più che valido, perché le strade sono fiumi in piena, le piazze laghi artificiali nel cemento solcato dai graffiti delle tribù urbane. I tuoni si susseguono al ritmo di tamburi, la pioggia bussa con insistenza sui vetri e s'infila nelle case. Nel sottovia su cui s'incrociano viale Leopardi e via del Mare, dai palazzi più persone scorgono una sagoma gialla. Un'auto è ferma, quasi nel centro, inghiottita sotto una voragine d'acqua sporca.

Qualcuno, quando tutto sarà finito e tra capannelli di curiosi s'infileranno le sirene, giurerà di averla vista arrivare di gran lena, scendere lo scivolo d'asfalto, bloccarsi lanciando schizzi nell'aria. Non sarebbe la prima volta, qualche settimana addietro da una Fiat 600 la polizia tirò fuori un paio di impiegati di una ditta di pulizie. Ma nessuno ha mai preso provvedimenti per quell'obsoleto scavo nella pancia di Lecce, nonostante qualche mozione in Consiglio e diverse proteste. Uno dei tanti problemi annosi mai risolti, e sul quale sono passate amministrazioni su amministrazioni. C'è voluto un G8 per aggiustare le strade del centro, ma quello scivolo solcato da un ponte non ha mai avuto un ritocco. E questa volta non ci saranno eroiche nuotate nell'isolita piscina.

Qualcuno ci prova, certo. Ma quando in tre arrivano là sotto, a piedi, e due di questi guadano l'acqua come i cowboy nei western, l'uomo intrappolato, ormai non respira più. L'Alfa Romeo spider gialla dell'avvocato Carlo Andrea De Pace, 81 anni, è avvolta fino agli sportelli nella vasca di pioggia. Difficile, quasi impossibile aprirli dall'interno, per la pressione. Semmai l'uomo abbia avuto il tempo di fare qualcosa. Il corpo è riverso sui sedili. Forse De Pace è stato raggiunto dal panico, seguito da un malore. Sarà ora l'inchiesta, affidata ai carabinieri della compagnia di Lecce, a fare una luce nel buio di questa mattina surreale. Certo è che in pochi momenti, la vita dell'anziano avvocato è spirata. Sono le 10,45 quando viene finalmente tirato fuori dall'abitacolo, e steso sull'asfalto. Si forma un capannello, si cerca di rianimarlo. Partono le ennesime chiamate, a 118, 115, 113, 112. Ma la rete prende a tratti, e le forze sono impegnate in tutta la città e buona parte dell'hinterland, in un susseguirsi ininterrotto e frenetico di chiamate d'emergenza. Voci colte dal terrore che cercano un conforto con il centralinista di turno. Vengono in mente certi filmati della Cnn dell'11 settembre, le telefonate degli intrappolati nelle torri di fuoco. "Sto morendo?", "No, non sta morendo", fingevano dall'altro capo gli operatori per mantenere la calma. Ci sono altri imprigionati nelle auto, c'è chi si trova in qualche cantina e non riesce a risalire. Un'emergenza per la quale non bastano uomini e mezzi.

Qualcuno porta una tovaglia da casa, il corpo dell'avvocato viene miseramente coperto. Solo quando giungono i carabinieri, poi la municipale, il 118, infine anche un'auto della squadra mobile, si sigilla il ponte in entrambi i lati. Già prima della tragedia, però, una pattuglia della polizia locale si era piazzata nei pressi della rotatoria che sorge tra viale Giovanni Paolo II, via Leopardi, via Parini. Da dove sia passata quella spider vecchio modello, è un altro mistero da chiarire. Come da chiarire è la dinamica di un'altra tragedia di una domenica mattina che sembra non finire mai, portandosi dietro dolore, morte, distruzione. Da Cavallino, in via Totarofila, negli stessi istanti, giunge una notizia ammantata d'irreale: una donna è annegata in un ascensore.

Si chiamava Paola Ronza, era pensionata, aveva 63 anni. Sposata, con un figlio, attualmente faceva l'educatrice presso l'Asl. A dicembre avrebbe avuto un nipote. E' la seconda vittima del maltempo, spietato come un killer, che in poche ore ha lasciato dietro di sé segni devastanti. La donna stava scendendo nello scantinato del suo stabile, ma la corrente forse è saltata, l'ascensore è rimasto bloccato, per essere poi invaso dall'acqua. Non c'è stato nulla da fare, neanche in questo caso. Paola Ronza potrebbe essere morta per annegamento, di certo l'aria si deve essere rarefatta, e anche in questo caso è facile capire come possa essere subentrato il panico. Sul posto hanno operato i vigili del fuoco del comando provinciale di Lecce, per liberare il corpo. Anche in questo caso le indagini sono affidate ai carabinieri.

Ma sono decine gli episodi di persone salvate in città, e non solo. I centralini di vigili del fuoco, 118, carabinieri e polizia hanno iniziato a squillare fin dalle 9 di questa mattina. Tra i fatti più eclatanti, quello di una coppia rimasta imprigionata in auto sotto un altro sottopassaggio, che conduce verso la via di Monteroni. In questo caso, i due sono stati salvati dagli agenti di polizia. E ancora, nel sottovia nei pressi del Carrefour (in territorio di Cavallino), dove due ragazze sono rimaste rinchiuse per alcuni istanti nelle auto e sono riuscite fortunatamente ad uscirne, prima che l'acqua le sommergesse completamente. Solo in tarda mattinata è spuntato il sole, ma nel frattempo si è continuato a lavorare. I vigili del fuoco hanno richiamato gli uomini fuori servizio per fronteggiare l'emergenza, e al lavoro si sono messi anche gli esperti della sezione fluviale, specializzati in alluvioni, ed i sommozzatori fatti intervenire da Brindisi. La pioggia ha colpito tutta la provincia, ma i centri che ne hanno risentito di più sono, oltre Lecce e Cavallino, anche Surbo e Merine, frazione di Lizzanello, ma anche Lequile, Melendugno e le sue marine. Molto attivi anche la protezione civile e la sezione di Nardò delle guardie ambientali d'Italia, che hanno collaborato con carabinieri e municipale sulla scorta di diverse segnalazioni di allagamenti di strade, abitazioni, garage, scantinati, ma anche per cadute di pali dell'Enel e del telefono. I volontari hanno provveduto alla rimozione dell'acqua dai numerosi scantinati con le idrovore, mettendo in sicurezza anche un balcone pericolante.

Gravi disagi, nella cinta di Lecce, si sono verificati sulle tangenziali, specie in corrispondenza dei sottopassaggi. Centinaia, ancora nel pomeriggio, gli interventi in attesa di essere svolti, considerato il numero di chiamate al centralino del comando di viale Grassi: in serata, intorno alle 19,20, ne erano stati effettuati 65. Incalcolabili, al momento, i danni alle attività commerciali e alle abitazioni, ma già si parla di centinaia di migliaia di euro. In particolare, lo scantinato dell'Arredo Sud, mobilificio di via Lequile, a Lecce, è risultato completamente allagato. Solo in quest'azienda i danni superano le decine di migliaia di euro. In mattinata un fulmine s'è abbattuto sull'istituto Galileo Galilei, sempre nel capoluogo. Sono caduti alcuni calcinacci, ma il sopralluogo effettuato dai vigili del fuoco ha scongiurato rischi per la staticità dell'edificio. Sarà comunque necessaria una seconda visita, che verrà effettuata domani mattina, confidando nella clemenza del tempo. E intanto, anche di notte, si sono uditi tuoni e intravisti lampi. L'acqua ha ripreso a cadere. Piccoli sprazzi, grande paura. Lo choc di questa giornata è già un segno indelebile sul volto di Lecce.

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