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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Campi Salentina

Martellate in testa al cognato: un trentenne condannato a tre anni e otto mesi

Si è concluso oggi il processo col rito abbreviato nei riguardi di Alessandro Salvini, di Lecce, accusato della brutale aggressione avvenuta il 24 ottobre del 2020 a Campi Salentina. Da tentato omicidio è stato riconosciuto responsabile di lesioni gravi

CAMPI SALENTINA - Avrebbe organizzato una vera e propria spedizione punitiva nei riguardi del cognato, ritenuto responsabile della fine della relazione sentimentale con la sorella: si introdusse nella sua abitazione e lo picchiò brutalmente con calci e pugni e con un martello e una sedia lo colpì ripetutamente alla testa. Per questo episodio, avvenuto il 24 ottobre del 2020, in via Alessandro Manzoni, a Campi Salentina, è stato condannato a tre anni e otto mesi di reclusione Alessandro Salvini, 30enne di Lecce. La sentenza è stata emessa oggi, all’esito del processo discusso col rito abbreviato, dal giudice Michele Toriello che, sposando la tesi difensiva sostenuta dall’avvocato Cosimo D’Agostino, ha riqualificato il reato di tentato omicidio in quello di lesioni gravi, escludendo le aggravanti dei futili motivi e della premeditazione.

A chiedere il rinvio a giudizio era stata la sostituta procuratrice Paola Guglielmi al termine delle indagini condotte con il personale dell’Arma, che inizialmente avevano individuato come responsabile anche Alessio Elia, di 31 anni. Anche questo fu arrestato dai carabinieri per tentato omicidio, ma poi attraverso la legale Mariangela Calò, è riuscito a dimostrare l’estraneità all’accusa e, dopo aver trascorso un anno dietro le sbarre, ha ottenuto l’archiviazione del procedimento dalla giudice Laura Liguori.

Magistrato e investigatori non hanno invece mai dubitato del ruolo avuto da Salvini che, in preda a una rabbia cieca, sfondò la porta di ingresso di casa del cognato, un trentasettenne residente a Campi Salentina, e lo pestò, utilizzando come detto anche un martello e una sedia, provocandogli ferite gravi tanto che fu necessario il trasporto in ambulanza con codice rosso nell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce e il trasferimento, la mattina seguente, nella struttura di Acquaviva delle Fonti, dove subì un delicato intervento chirurgico al cranio.

La sentenza, le cui motivazioni saranno depositate nei prossimi giorni, ha inoltre riconosciuto il risarcimento del danno, in separata sede, alla vittima che si era costituita parte civile.

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