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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Sospetto riciclaggio di soldi del bonus facciate: sequestro da 2 milioni di euro per un’imprenditrice

Sigilli agli immobili e ai beni della rappresentante di una società con sede nel Salento e specializzata nel commercio di dispositivi elettromedicali. Coinvolta la figura dell’ex marito, imprenditore edile barese indagato a giugno per il “bonus facciate”. Guardia di finanza anche nella sede della Reggina calcio

LECCE – Dopo l'imprenditore, iscritta nel registro degli indagati anche la ex moglie. Maxi sequestro da 2,3 milioni di euro nei confronti di una società con sede a Lecce specializzata nel settore del commercio di dispositivi elettromedicali. La misura preventiva d’urgenza è scattata nella giornata di ieri quando i militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Bari hanno eseguito il decreto, emesso dalla Procura della Repubblica del capoluogo pugliese nelle persone del procuratore aggiunto Roberto Rossi e del sostituto procuratore Lanfranco Marazia.

 Sigilli per equivalente, dunque, apposti degli immobili con sede nel Salento e alle disponibilità finanziarie riconducibili alla rappresentante legale della società, una 48enne barese, accusata del reato di riciclaggio di denaro di provenienza illecita. Le indagini della guardia di finanza, in questa fase preliminare, hanno fatto emergere l’esistenza di un circuito fraudolento basato sulla creazione e utilizzo di crediti d’imposta inesistenti. Un sistema che farebbe riferimento alla figura di un imprenditore di Bari, un 49enne proprietario di una società edile e destinatario lo scorso 9 giugno di un sequestro del valore di oltre 140 milioni di euro, perché ritenuto responsabile di emissione di fatture per operazioni mai effettuate, indebita compensazione e riciclaggio nell’ambito degli interventi del “bonus facciate”.

L’attività condotta dalle fiamme gialle, avviata appunto a giugno scorso e poi dilatatasi a cerchi concentrici, ha consentito di accertare come la ex moglie dell’imprenditore barese avrebbe ricevuto denaro proveniente dalla monetizzazione di parte di quei crediti inesistenti, impiegando parte delle liquidità nell’attività economica di una srl con sede a Lecce, di cui è amministratrice unica. Ma non è tutto. Dall’attività delle fiamme gialle è anche emerso come la società calcistica Reggina 1914 avrebbe ricevuto dalla società edile barese, nel mese di aprile scorso a mo’ di sponsorizzazione, un credito fiscale al momento ritenuto fittizio. Si tratta di una somma pari a 703mila e 913 euro più Iva. Il tutto per compensare debiti tributari e previdenziali relativi al periodo compreso tra il 2016 e il 2020.PHOTO-2022-10-12-08-22-39-2

Quell’episodio era stato subito segnalato dalla procura barese al Covisoc (la Commissione di vigilanza sulle società calcistiche) della Federazione italiana gioco calcio. Anche per questo nelle scorse ore, oltre alla sede aziendale di Lecce, i finanzieri baresi hanno eseguito perquisizioni e controlli documentali anche nella sede della Reggina calcio, per reperire elementi utili alla successiva fase investigativa. Al momento nessun membro della societò calcistica è destinatario di provvedimenti e misure.

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