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Cronaca Gallipoli

Maxi-sequestro di prodotti cinesi da 1 milione di euro

Le fiamme gialle di Gallipoli sono intervenute in due negozi della città, affollati di clienti. Il prezzo della merce, senza le indicazioni obbligatorie, variava da 1 a 35 euro. Segnalati i titolari

GALLIPOLI - Un solo sequestro che supera tutti quelli del 2010 effettuati nella provincia di Lecce. La compagnia di Gallipoli della guardia di finanza ha sequestrato in due esercizi della città ionica oltre un milione e 100 mila prodotti di importazione cinese, tra capi di abbigliamento ed accessori. Valigie, camicie, trucchi, peluche, bigiotteria, occhiali, perché sprovvisti delle indicazioni minime a tutela del consumatore, per un valore di almeno un milione di euro. Stimato per difetto, come ha precisato il capitano Francesco Mazza, dato che i prezzi al consumo variavano da 1 a 35 euro.

L'operazione di polizia economica delle fiamme gialle, che si è concretizzata nelle ultime 48 ore, è partita da un'ampia attività di ricognizione di circa venti negozi gestiti da persone di nazionalità cinese nella zona del Salento ionico. Le violazioni del Codice del consumo - che impone di riportare denominazione legale del prodotto, informazioni sul produttore o importatore in Europa, la provenienza se extraeuropea, la presenza di materiali potenzialmente dannosi e le istruzioni d'uso - sono state riscontrate in almeno l'80 per cento del materiale esaminato nelle due attività commerciali, dotate di magazzini e sottoscala per il deposito delle merci oltre che di un ampio spazio per l'esposizione e la vendita.

Al momento dell'intervento, ma anche nelle fasi relative alle indagini preliminari, i finanzieri hanno constatato l'afflusso continuo di clienti, attratti dalla convenienza dei prezzi, così bassi da rendere i prodotto praticamente fuori mercato. La filiera del risparmio, della quale apparentemente si giova il consumatore finale, è infatti lunga: costi minimi della manodopera, talvolta minorile, aggiramento dei dazi doganali - le merci entrano in Italia principalmente dal porto di Napoli -, l'impiego di materiali scadenti e pericolosi (collanti, resine in qualche caso cancerogene, coloranti, plastiche), sono i fattori principali che abbattono il costo al consumatore.

I controlli della guardia di finanza, finalizzati a garantire la sicurezza delle importazioni ma anche la concorrenza nel commercio, hanno portato alla segnalazione dei due responsabili degli esercizi - entrambi di nazionalità cinese - alla Camera di commercio di Lecce. La sanzione prevista in casi come questo va da 516 euro a 25mila e 800 ma, se pagata entro due mesi, si riduce a 1032. La merce, sottoposta a sequestro amministrativo, verrà distrutta a spese dei titolari.

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