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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Nardò

Minacce al figlio, poi la pioggia di proiettili: inflitti quasi 20 anni di reclusione

Emesso il verdetto nel processo con rito abbreviato sulla sparatoria avvenuta il 10 settembre del 2022 nella stazione di servizio Q8, in via Aldo Moro, a Nardò. Due le condanne

NARDO' - Si è chiuso con due condanne per un totale di circa vent’anni di reclusione, il processo discusso col rito abbreviato sulla sparatoria avvenuta il 10 settembre del 2022 nella stazione di servizio Q8, in via Aldo Moro, a Nardò. Al banco degli imputati c’erano i due neretini che quella notte si fronteggiarono a colpi d’arma da fuoco: Luca Elio My, 40enne, che già a margine dell’episodio fu identificato e denunciato a piede libero, con alle spalle numerosi precedenti, e  Giovanni Dell’Anna, 55enne, fino a quel momento incensurato.

Il primo ha rimediato 9 anni e 8 mesi di reclusione, a fronte dei 10 anni e 8 mesi invocati dalla sostituta procuratrice Giovanna Cannarile.  

Rispondeva di: tentato omicidio; minaccia aggravata dal metodo mafioso per aver puntato la pistola contro un avventore del bar, nell’area di servizio, che prima del conflitto lo sorprese proprio mentre nascondeva l’arma; minacce aggravate dall’odio razziale, per un episodio avvenuto un paio di mesi prima,  ai danni di un magazziniere straniero di un supermercato di Nardò, al quale, impugnando una pistola, avrebbe rivolto frasi del tipo: “Tu sei ospite in questa città, questa è la mia città, io sono il padrone e posso fare quello che voglio e se vedi qualcosa ti devi stare zitto e non devi intervenire, non devi fare casino” e ancora “ Pensi che io stia giocando con te? Io posso sparare a te e a me non succederà niente sto a casa mia. Se vuoi puoi chiamare i carabinieri”.

La pena per Dell’Anna, accusato di tentato omicidio, è stata invece di 10 anni tondi a dispetto dei 9 anni e 8 mesi richiesti dalla pm che aveva chiesto il riconoscimento della premeditazione. Ma l’aggravante non ha retto.

Stando alle indagini condotte dai carabinieri del Nucleo operativo radiomobile della compagnia di Gallipoli, il movente sarebbe stato legato alle minacce subite per strada, nel luglio di quello stesso anno, dal figlio del 54enne.

Per la difesa di My, rappresentata dall’avvocato Andrea Bianco, questi avrebbe agito, premendo il grilletto per tre volte contro l’avversario, per legittima difesa, per proteggersi dalla pioggia di proiettili (otto in tutto) che lo investì.

Per saperne di più, bisognerà attendere che vengano depositate le motivazioni (entro 15 giorni) della sentenza emessa dalla giudice del tribunale di Lecce Giulia Proto e alla luce delle quali, gli avvocati Bianco e Giuseppe De Luca (per Dell’Anna) valuteranno il ricorso in appello.

Attualmente, gli imputati sono ai domiciliari.

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