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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Morì dopo due trasferimenti, chiuse indagini su medici

Tre medici del Vito Fazzi sono accusati di omicidio colposo per la morte di Oronzo Centonze, il 57enne di Frigole deceduto il 16 agosto scorso. Stralciate le posizioni di altri sette camici bianchi

LECCE - Sono tre i medici dell'ospedale Vito Fazzi di Lecce indagati per la morte di Oronzo Centonze, 57enne di Frigole, avvenuta il 16 agosto scorso presso il nosocomio leccese. Il pubblico ministero Giuseppe Capoccia ha chiuso le indagini preliminari, stralciando la posizione di altri sette medici il cui operato era in un primo momento finito sotto la lente di ingrandimento della Procura.

L'inchiesta ebbe il suo incipit dopo l'esposto presentato a firma delle figlie e della moglie di Centonze, assistite dagli avvocati Elvia Belmonte e Mariangela Calò, le quali raccontarono dettagliatamente tutte le presunte inefficienze ed i disagi che il 57enne avrebbe dovuto sopportare nella struttura sanitaria, e che a loro dire avrebbe concorso in maniera determinante a causarne il decesso. Stando a quanto riportato nella denuncia, l'odissea dell'uomo iniziò nella tarda sera del 14 agosto, quando presso una guardia medica a Centonze venne diagnosticato un blocco intestinale.

Fu poi disposto l'immediato trasferimento al pronto soccorso del Vito Fazzi di Lecce, dove un'infermiera gli assegnò un codice verde. Solo alle cinque del mattino, dopo diverse attese ed una radiografia, venne confermata la diagnosi del blocco intestinale, che a detta dei medici avrebbe dovuto risolversi in un paio di giorni con dei clisteri.

Ma secondo le figlie, i medici avrebbero sottovalutato la gravità delle condizioni cliniche dell'uomo, che intanto non accennava a migliorare, e decisero così di trasferirlo al nosocomio di Campi Salentina. Qui i sanitari avrebbero confermato la diagnosi dei colleghi leccesi, ma avrebbero manifestato anche l'esigenza di un consulto chirurgico, motivo per il quale Centonze venne riportato nel nosocomio leccese, dove spirò in una stanza del pronto soccorso accanto a diversi pazienti con problemi di alcol. I tre medici sono difesi dagli avvocati Angelo Pallara ed Ester Nemola.

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