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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Morte Benincasa, prosciolti tre degli imputati. Disposti nuovi accertamenti

Il gup ha disposto di identificare l'operatrice che eseguì la chiamata e di chi “aveva impartito la disposizione di far stendere Benincasa”

LECCE – Dopo una lunga battaglia legale, due richieste di archiviazione formulata dalla procura di Lecce e altrettante opposizioni presentate dai legali della famiglia, la vicenda giudiziaria relativa alla morte di Carlo Benincasa, figura storica della sinistra salentina e consigliere comunale del Partito democratico, scomparso il 19 aprile 2011, non è ancora conclusa. A marzo, infatti, il gip del Tribunale di Lecce Vincenzo Brancato aveva disposto l’imputazione coatta per cinque persone con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Si tratta, in particolare, di un medico, due infermieri e altrettanti operatori di soccorso. Il gup Stefano Sernia, ha prosciolto tre degli imputati. Inoltre ha disposto una perizia fonica per l’identificazione dell’operatrice che eseguì la chiamata e di chi “aveva impartito la disposizione di far stendere Benincasa”.

Secondo quando denunciato dalla moglie e dal figlio del politico, i soccorsi sarebbero arrivati presso l'abitazione dove Benincasa era stato colto da malore con alcuni minuti di ritardo rispetto a quanto previsto dalla legge: otto minuti per i centri urbani. Non solo vi sarebbero stati ritardi nell'arrivo dell'ambulanza del 118, ma anche un errato trattamento di primo intervento praticato dai sanitari. Una tesi sostenuta nelle due opposizioni alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero presentate dai legali della famiglia Benincasa, gli avvocati Stefano Prontera e Paolo Pepe, che si sono costituiti parte civile.

Per i legali, che si sono avvalsi anche il parere di un consulente di parte, il dottor Perrone, vi sarebbero stati “profili di negligenza, imprudenza e imperizia nell'assistenza prestata dai sanitari del 118, con l'attivazione di procedure nocive per Carlo Benincasa, tali da determinare un collasso delle condizioni dello stesso”. In sintesi, secondo quanto evidenziato nell’atto di opposizione, vi sarebbero stati ritardi nell'intervento dei sanitari e negligenze degli stessi, che avrebbero accelerato un decesso che, con ogni probabilità, poteva essere evitato.

Ipotesi e accuse respinte dai legali degli imputati, assistiti dagli avvocati Massimiliano Petrachi, Ester Memola, Anna Maria Ciardo e Giuseppe De Luca.

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