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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

"Motorace", traffico di cocaina: la Corte d'appello rivede le condanne

Inasprite le pene per alcuni, confermata per altri, ma per molti cadono l'associazione e tutte le altre accuse. E' quanto stabilito dai giudici d'appello. L'operazione fu condotta dai carabinieri dei Ros con la Dda di Lecce

 

 

LECCE – I giudici della Corte d’appello di Lecce (presidente Rodolfo Boselli), hanno ridisegnato i contorni di una presunta associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, sgominata nel corso di un’operazione ribattezzata “Motorace”. Furono i carabinieri dei Ros dei comandi provinciali di Lecce, Brindisi, Bari e Padova, sotto il coordinamento della Dda di Lecce, a eseguire le ordinanze di custodia cautelare, nel 2009, dopo una lunga inchiesta avviata nel 2005, che fece seguito alla cattura del latitante Antonio Palazzo.

L’indagine mise in rilievo una fitta rete di rapporti fra personaggi che ruotavano attorno alle province di Lecce e Brindisi, in grado di gestire un vasto traffico di cocaina. Gli investigatori scoprirono molteplici canali per il rifornimento di droga, proveniente da Milano, Bari e persino dalla Svizzera. La cocaina sarebbe poi stata smistata tramite sodalizi vicini ai vari clan della Scu, fino ad essere venduta al dettaglio.

Rispetto alle sentenze di primo grado, emesso nel procedimento con rito abbreviato per venti degli imputati, vi sono state diverse rimodulazioni. In alcuni casi la pena è stata inasprita, in altri è caduta l’associazione e tutte le accuse.

Roberto Colazzo, presunto affiliato al clan “Cerfeda” di Lecce, che in primo grado aveva ricevuto 16 anni, è stato condannato a 18 anni dai giudici d’appello; Vincenzo Amato, presunto esponente del clan “Coluccia” di Galatina, s’è invece visto ridurre la pena da 10 anni a 8 anni e 8 mesi; Adriano Brunetti e Giovanni Casaluci, già condannati a 8 anni, caduta l’associazione per delinquere, sono stati assolti per non aver commesso il fatto e, nel loro caso, i giudici hanno dichiarato anche il non doversi procedere per un episodio del 2006, perché già giudicati.

Ridimensionata anche la pena di Lorenzo De Pace, in principio condannato a 8 anni di reclusione: anche per lui è caduta l’associazione e la pena è stata rideterminata in 5 anni di reclusione con una multa di 30mila euro; Maurizio Greco, già condannato a 6 anni, s’è visto ridurre la pena a 5 anni, con 20mila euro di multa; assoluzione completa per Mario Miglietta, per il quale è caduta l’associazione, per non aver commesso il fatto, e anche l’accusa di cessione di stupefacenti, perché il fatto non sussiste: in principio era stato condannato a 8 anni.

Sale a 12 anni, invece, dagli iniziali 10, la condanna per Felice Natali; per Raffaele Parlangeli, invece, i giudici hanno rivisto la pena dagli iniziati 10 anni agli attuali 8 anni e 8 mesi; cade l’accusa di associazione per delinquere nei confronti di Massimiliano Perrone, e da 10 anni la pena è stata abbassata a 6, più 20mila euro di multa.

Assolto dalle accuse Maurizio Provenzano, in principio condannato a 10 anni; passa da 10 anni a 5 anni e 4 mesi la condanna per Roberto Solito, una volta caduta l’associazione, e per lui anche una multa di 30mila euro; inasprita la condanna per Trentino Spano, da 10 anni a 11 anni e 2 mesi.

Confermate, infine, le sentenze già emesse in primo grado nei confronti di Giovanni Perrone, vicino al clan Tornese di Monteroni (16 anni), Mario Leone (10 anni), Roberto Maggio (8 anni), Raffaele Martena, vicino al clan “Buccarella” (16 anni), Francesco Pompilio De Tommaso (10 anni), Michele Calzolaio, vicino al clan “Parisi” di Bari (10 anni).

Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Angelo Pallara, Giancarlo Dei Lazzaretti, Riccardo Giannuzzi, Michele Palazzo, Elvia Belmonte, Ladislao Massari, Luigi Rella, Gabriella Mastrolia, Alessandro Stomeo, Giovanni Valentini, Cosimo Casaluci, Domenico Piccolo e Roberta Castrignanò.

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