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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Multato per il canone Rai ma lo schermo è per il Lotto

Sfiora i 200 euro il verbale comminato ad una tabaccheria di piazza Sant'Oronzo per un display collegato, solo via cavo, al circuito di Lottomatica. I paradossi di un sistema di norme pensato nel 1938

LECCE - Numeri dopo numeri, infinitamente numeri, aggiornati ogni cinque minuti per il 10 e Lotto. Mai uno spot, uno show, men che meno un evento sportivo. Numeri che appaiono su un display che è collegato via cavo al circuito di Lottomatica, come in tutti i punti autorizzati.

E' rimasta a dir poco sbigottita la moglie del titolare della tabaccheria Foresta, in piazza Sant'Oronzo, quando - questa mattina - due uomini della squadra verifiche fiscali della guardia di finanza, in borghese, le hanno chiesto di esibire la ricevuta di pagamento del canone speciale Rai (quello per gli esercizi pubblici) per l'anno 2011 per il display in questione.

"La tabaccherie sono obbligate contrattualmente ad avere il video per svolgere il servizio", ha poi dichiarato il titolare, Luciano Foresta che ha subito interessato la Lottomatica della vicenda venendo a sapere che, per casi analoghi in altre città, la società ha già avanzato formale richiesta al ministero delle Finanze. Si tratta di stabilire una volta per tutte che i video di servizio non dovrebbero essere assoggettati al pagamento del canone.

Le rimostranze della signora non hanno fatto cambiare idea agli agenti che, alla luce del combinato di una serie di provvedimenti che vanno da una legge del 1929 e da un regio decreto del 1938 fino a un decreto legislativo del 2001, hanno elevato una sanzione di 198 euro.

In realtà di video nel locale ce ne erano altri due, come verificato dagli ispettori: uno per la videosorveglianza, l'altro collegato al pc. Spulciando nella vetusta normativa pare di capire che il punto sostanziale è che basta avere uno schermo che potenzialmente può fungere da televisione nel senso tradizionale per incappare in una multa. Tanto è vero che nella giurisprudenza italiana si parla correntemente di tassa di possesso e non di canone.

Ci vogliono pochi giorni per rendere desueta una tecnologia, molto più tempo per mettere la normativa al passo coi tempi. In attesa di delucidazioni, al signor Foresta non resta che presentare un ricorso.

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