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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Muore a 49 anni dopo la gastroscopia, l’autopsia non scioglie i dubbi

L’esame necroscopico è stato eseguito oggi nell’ambito dell’inchiesta che vede indagati per omicidio colposo quattro medici di una clinica di Lecce

LECCE - L’autopsia non ha chiarito se vi siano state responsabilità mediche nel decesso di Teresa Tramacere, 49 anni di Squinzano, avvenuto lo scorso 23 ottobre al “Vito Fazzi”, dove era stata trasferita d’urgenza quattro giorni prima, subito dopo aver eseguito una gastroscopia in una clinica privata di Lecce. L’esame autoptico eseguito nella tarda mattinata di oggi dal medico legale Roberto Vaglio, su incarico del pubblico ministero Maria Vallefuoco, ha confermato che l’arresto cardiaco si è verificato durante l’esecuzione della gastroscopia e che successivamente la signora è entrata in coma. Ma per saperne di più, ovvero se la morte sia attribuibile a eventuali negligenze mediche, bisognerà attendere l’esito di ulteriori accertamenti (come quello istologico) ai quali lavoreranno, oltre al dottore Vaglio, altri due consulenti della Procura, il chirurgo dell’Università di Bari Cosimo Chiummarulo e l’anestesista Salvatore Colonna, affiancati dai consulenti Alberto Tortorella e Michele De Palma (per conto dei medici indagati), e Domenico Urso (per la famiglia della 49enne).

A determinare l’apertura del fascicolo, nel quale è ipotizzato il reato di omicidio colposo nei riguardi di quattro “camici bianchi” della clinica privata, è stata la denuncia sporta dai familiari (assistiti dall’avvocato Cosimo Miccoli). Stando al racconto del marito, la moglie voleva risolvere il problema dell’obesità e per questo si era rivolta all’ospedale Tatarella di Cerignola, dove le fu indicata la gastroscopia come esame preliminare all’intervento chirurgico. Certo è che dopo l’esame, la signora Tramacere non ha più ripreso conoscenza, lasciando oltre al marito, due figli.

Gli indagati sono difesi dagli avvocati Amilcare Tana, Michele Bonsegna e Luigi Covella.

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