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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Nel 2010 un esercito di furbi evade 121 milioni di euro

Circa 240 miliardi di vecchie lire. E' quanto hanno evaso all'erario imprenditori e cittadini della provincia di Lecce, vale a dire redditi mai dichiarati. Un primato che non fa certo onore al Salento

LECCE - Centoventuno milioni di euro, circa 240 miliardi di vecchie lire. E' quanto hanno evaso all'erario i salenti della provincia di Lecce, vale a dire redditi mai dichiarati allo Stato. Un bel primato, non c'è che dire. La cifra a sei zeri, che non fa onore all'intero territorio, viene fuori dal consuntivo del 2010 della Guardia di finanza nella lotta all'evasione fiscale.

Su 3.688 interventi fiscali condotti dalle Fiamme gialle, oltre a quei 121 milioni di euro evasi, 28 milioni di euro sono di Iva mai dichiarata. Settantuno, invece, i furbi contribuenti, si fa per dire, denunciati dai militari all'Autorità giudiziaria di 71 contribuenti, tutti responsabili per reati tributari.

Sempre nel 2010, 457 sono stati i controlli che hanno permesso di "radiografare" la gestione economica del contribuente con 428 verifiche di 1a fascia (con volume d'affari da 0 a 5.164.579 euro); 28 controlli di 2a fascia (con volume d'affari da 5.164.580 euro a 100 milioni di euro); e ancora un'altra verifica di 3a fascia (grandi contribuenti - con volume d'affari oltre 100 milioni).

Duecentoottantotto le ditte individuali controllate, 89 società di capitali, 52 società di persone, 9 cooperative, 4 associazioni e 21 professionisti. Scoperti inoltre dalla Guardia di finanza 108 evasori totali e 9 evasori paratotali. Inoltre, 384 sono stati i controlli indicativi di capacità contributiva, ovvero quelle attività finalizzate all'acquisizione di elementi sintomatici di ricchezza e, quindi, "di capacità contributiva" in quanto espressivi di disponibilità che, non coerenti con la ufficiale posizione fiscale del soggetto, possono condurre ad un suo diverso dimensionamento secondo le norme fiscali.

Il contrasto all'evasione fiscale ai fini dell'Imposta Regionale sulle Attività Produttive (Irap) ha portato ad individuare a tale titolo l'emersione i di una base imponibile di oltre 100 milioni di euro da sottoporre a tassazione.

Ora, il fenomeno non lede solo il bilancio dello Stato, della Regione e degli Enti Locali, facendo venir meno le risorse da destinare ai servizi pubblici essenziali a beneficio di tutta la collettività, ma anche quelle imprese che, rispettando le regole subiscono la concorrenza sleale di chi sovverte l'etica di mercato, ponendosi al di fuori della legalità.

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