Nessun abuso, sentenza ribaltata: assolto in appello l'ex sindaco Ferrieri Caputi
L'ex primo cittadino di Carmiano, nel 2009, era stato condannato per le vicende riguardanti l'asta giudiziaria al centro della quale c'erano Palazzo dei Celestini e gli imprenditori Mazzotta. La difesa ha dimostrato la correttezza dell'iter. "Soddisfatto anche per chi ha creduto in me"
LECCE - Esercizio arbitrario delle proprie ragioni, abuso d’ufficio e tentata concussione: erano queste le accuse per le quali l’ex sindaco di Carmiano e già consigliere provinciale, Umberto Ferrieri Caputi, nel marzo del 2009 era stato condannato in primo grado a un anno e otto mesi, con rito abbreviato, dal gup Annalisa De Benedictis. Un verdetto ora completamente ribaltato davanti alla corte d’appello di lecce (presidente giacomo conte, a latere nicola lariccia e virginia zuppetta). La sentenza è stata di assoluzione con formula piena “perché il fatto non sussiste”.
Le vicende per le quali Ferrieri Caputi (che era difeso dagli avvocati Pasquale e Giuseppe corleto e Vincenzo De Benedittis) era imputato, risalgono al 2005 e vertono su di un bene pignorato e messo all’asta: Palazzo dei Celestini, nel centro di Carmiano. La vertenza era nata con i fratelli Giancarlo e Pierluigi Mazzotta, amministratori della Vacantomar srl.
Secondo le accuse mosse dalla Procura, Ferrieri Caputi avrebbe cercato d’impedire che gli amministratori entrassero in possesso dell’immobile, per farne una struttura ricettiva. Tutto smontato dai giudici d’appello, che – sebbene ancora non siano state depositate le motivazioni - evidentemente hanno accolto le tesi della difesa, in grado di documentare la legittimità delle scelte compiute dall’amministrazione comunale, anche sulla scorta di sentenze di Tar e Consiglio di Stato.
“Ovviamente non ho più niente da chiedere alla politica”, commenta oggi Ferrieri Caputi. “Questa sentenza, però, non viene solo a soddisfazione personale, dopo otto anni di macchinazioni e cattiverie, ma anche di tutti coloro i quali hanno aderito al mio progetto politico e non si sono fermati di fronte ad una sentenza di primo grado”.
