rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Percosse, sequestro di persona e rapina, l’arrestato tace dinanzi alla giudice

Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere Mirko Monaco, tornato in carcere per due episodi violenti avvenuti un mese fa nel residence “I Giardini di Atena”, a Merine

LECCE - Prima l’irruzione in casa di conoscenti, con il pestaggio di un ospite con il quale non scorreva buon sangue e la sottrazione delle chiavi dell’auto in uso a quest’ultimo, poi il sequestro di uno sconosciuto che, sotto la minaccia di una pistola, sarebbe stato costretto a raggiungere uno sportello bancomat per prelevare contanti, per una somma complessiva di 250 euro. 

Responsabile dei due episodi, entrambi avvenuti un mese fa nel residence “I giardini di Atena”, a Merine (frazione di Lizzanello), sarebbe Mirko Monaco, il 38enne leccese detto Sandro, più volte finito nelle pagine della cronaca locale e fratello di Giampaolo, noto come “Gianni Coda”, ex collaboratore di giustizia della Scu. 

Per la giudice Maria Francesca Mariano, che ha firmato il suo arresto in carcere, non ci sono dubbi riguardo alla sua colpevolezza e l’indagato non ha fatto nulla per convincerla del contrario. Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia che si è tenuto questa mattina, alla presenza dell’avvocato difensore Angelo Vetrugno.

Dopo le precedenti condanne, anche per tentata estorsione e furto in abitazione, ora il 38enne risponde di una sfilza di nuovi reati: percosse, minaccia, violazione di domicilio, furto, danneggiamento, sequestro di persona, violenza privata e rapina aggravata. È già stata presentata istanza di revoca della misura al tribunale del Riesame, sia in merito alla qualificazione di alcuni reati (in particolare sul sequestro di persona) sia riguardo alla valutazione delle esigenze cautelari che, secondo il legale, potrebbero essere soddisfatte anche con i domiciliari col braccialetto elettronico.

La prima vicenda che viene contestata nell’ordinanza di custodia cautelare, chiesta e ottenuta dalla sostituta procuratrice Francesca Miglietta ed eseguita due giorni fa dai carabinieri della sezione radiomobile, risale all’alba dello scorso 19 marzo: dopo aver forzato e danneggiato la porta sul retro dell’abitazione di una coppia, Monaco, sbraitando, si sarebbe introdotto nella stanza in cui dormiva un ospite che non avrebbe esitato ad aggredire con calci e pugni, per poi appropriarsi delle chiavi dell’auto (una Volkswagen Polo) e andare via.

Il padrone di casa allertò i carabinieri, ai quali il malcapitato riferì di essere stato più volte minacciato da Monaco, e con lui anche il figlio minorenne. Dopo due ore circa, i militari, su sollecitazione della stessa coppia, ritornarono in quella casa perché il 38enne si era presentato nuovamente chiedendo di poter essere accolto per chiedere scusa ma poi avrebbe ripreso a intimidirli. In questa circostanza, il personale dell’Arma lo trovò senza documenti di identità, ma la perquisizione diede esito negativo. 

Dieci giorni dopo, Monaco avrebbe bloccato un uomo mentre usciva di casa, e puntandogli una pistola (senza il tappo rosso), gli avrebbe tolto le chiavi della vettura, costringendolo a salire a bordo e a recarsi con lui allo sportello bancomat dell’ufficio postale di Merine per prelevare due somme di denaro: prima 200 euro, poi altre 50 euro. 

Fondamentali a risalire all’identità del bandito sarebbero state le dichiarazioni dei testimoni e le telecamere dell’istituto di credito. Secondo la gip Mariano, queste condotte attestano una totale mancanza del senso del limite di un soggetto totalmente fuori controllo e di elevata pericolosità sociale.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Percosse, sequestro di persona e rapina, l’arrestato tace dinanzi alla giudice

LeccePrima è in caricamento