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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca Gallipoli

Pontile negato, Italmare pronta a speronare il Comune

Nuovo ricorso al Tar per la società di costruzione di barche che da 5 anni non riesce ad ottenere l'autorizzazione. Palazzo Balsamo a maggio ha rilasciato il permesso di costruire, ma l'iter è fermo

GALLIPOLI - La battaglia navale nelle acque gallipoline tra la società di costruzione e collaudo di imbarcazioni "Italmare" e le amministrazioni pubbliche interessate al rilascio della concessione demaniale richiesta dal 2004, continua. Ed un ulteriore capitolo si riaprirà nuovamente nella aule giudiziarie del Tar Lecce nella giornata di mercoledì 13 gennaio per la discussione dell'ennesimo ricorso avanzato contro "l'inerzia dell'amministrazione" lamentata dal ricorrente. E c'è di più, atteso che leggendo le motivazioni a corredo del ricorso presentato dalla Italmare per il tramite del suo legale, Bartolo Ravenna, si evince che lo stesso è stato notificato anche alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti per la valutazione di "eventuali responsabilità penali e contabili ravvisabili nella condotta delle amministrazioni coinvolte che nonostante il decorso di oltre un quinquennio e ben sei interventi del Giudice Amministrativo, non hanno ancora finalizzato il procedimento".

E dire che si tratta di autorizzare solo una piccola passerella in legno di 50 metri e poco più di un metro e mezzo di larghezza, alla quale ormeggiare le imbarcazioni realizzate dalla Italmare e che i clienti ciclicamente chiedono di poter provare prima dell'acquisto. Il punto d'ormeggio dovrebbe sorgere nel'ambito del molo di sottoflutto del porto di Gallipoli, a ridosso del circolo dell'Associazione Marinai d'Italia e la piccola darsena dell'Assonautica. Il tutto ovviamente previo il rilascio della relativa concessione demaniale già richiesta nel 2004 e che a tutt'oggi, come lamentano i ricorrenti, non è stata ancora "formalizzata". Un iter lungo e farraginoso e che sembrava essersi concluso dopo le numerose sentenze pronunciate dal Tar a favore della Italmare contro il diniego avanzato fin da subito dal Comune per il rilascio del permesso a costruire senza il quale l'iter di rilascio della concessione demaniale da parte della Regione Puglia per il tramite della Capitaneria di porto (alla quale in origine era stata, per competenza, inoltrata l'apposita richiesta del 2004) non poteva concludersi.

In verità dopo le resistenze dell'Amministrazione comunale motivate dal fatto che "la proposta di progetto presentata non risulta avere le caratteristiche di punto di ormeggio in quanto trattasi di banchine galleggianti e passerella per la lunghezza complessivamente di 50 metri lineari in contrasto con le previsioni del Prg vigente ed adottato per espresso divieto contenuto nella delibera di approvazione della Regione Puglia" e poi rigettate dal Tribunale amministrativo, il Comune alla fine ha "ceduto" a seguito anche del successivo atto di diffida ad adempiere. Così nel maggio del 2009 è stato rilasciato il permesso di costruire che unito al parere favorevole di tutte le altre amministrazioni competenti e interessate (Agenzia delle dogane, Genio Civile, Agenzia del demanio, Soprintendenza per i Beni Culturali e Paesaggistici) concludeva di fatto l'iter procedurale soddisfacendo anche la richiesta del Capitaneria di porto del maggio 2006 che si dichiarava disponibile al rilascio della concessione richiesta in subordine al rilascio del permesso di costruire da parte del Comune di Gallipoli.

Nei fatti però l'iter non è stato concluso (e secondo la Italmare principalmente per l'inerzia da parte del Comune) visto che da quel momento in poi non si è proceduto alla formalizzazione dell'atto concessorio e quindi a mettere il cantiere nautico nella condizioni operative per realizzare il pontile di ormeggio. Ne sono seguite almeno due sollecitazioni alle amministrazioni interessate da parte dei legali della Italmare al fine di rilasciare la concessione demaniale marittima dell'area così come richiesta. Sollecitazioni alla quali evidentemente non vi è stato seguito concreto atteso che la Italmare si è rivolta nuovamente al Tar al fine di denunciare "l'illegittima e contraddittoria inerzia" del Comune e delle amministrazioni competenti e al fine di ottenere anche la nomina di un commissario ad acta che possa portare a termine l'istruttoria nel caso di ulteriore mancato adempimento "dell'agere amministrativo". E senza contare la prefigurabile richiesta di risarcimento danni per la lungaggine burocratica che la società ricorrente, nell'ambito del ricorso in discussione mercoledì, ha già lascito intendere di voler avanzare.

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